Politica

Senza tecnici al governo la Borsa vola

Adesso però qualcuno ci spieghi come mai, da quando il formidabile governo Monti ha deposto le armi tecniche, l'Italia finanziaria va a gonfie vele. Siamo tutti meravigliati, per esempio, dalla performance della Borsa che negli ultimi giorni ha raggiunto livelli talmente elevati da lasciare a bocca aperta: quotazioni record neppure sfiorate da almeno 17 mesi. Cosa sarà accaduto di tanto positivo nella presente congiuntura per determinare una simile ascesa dei titoli?
Non solo: perfino lo spread, le cui impennate avevano per un lungo periodo gettato nel più tetro sconforto l'intera nazione, si è calmato e non desta alcuna preoccupazione, essendo sceso rasoterra con grande gioia di chiunque abbia a cuore i destini della patria. Un motivo ci sarà. Quale? A ben guardare l'unico evento di rilievo sono state le dimissioni del premier, provocate dal famoso (o famigerato) discorso di Angelino Alfano in Parlamento, col quale questi annunziava che il Pdl non avrebbe votato a favore di un provvedimento dell'esecutivo, ma si sarebbe astenuto.

Ricordate le reazioni della sinistra e dei montiani? Oddio, qui casca tutto, dicevano stracciandosi le vesti vari onorevoli e senatori centristi e progressisti. E giù accuse di incoscienza ai maledetti berluscones: non avete senso dello Stato, non sapete quel che fate, irresponsabili che non siete altro. Ci aspettavamo il tracollo del Paese, punito dalla sfiducia dei mercati e dall'Unione europea. Disperazione, mani nei capelli: come faremo senza la guida del Grande Accademico bocconiano?
Trascorrono alcuni giorni e non succede un bel niente. L'Italia va avanti più speditamente di prima, e non ci voleva molto a migliorarne l'andatura. Ma ecco un'altra notizia dagli effetti potenzialmente devastanti: quel matto di Silvio Berlusconi abbandona gli ozi di Arcore e ridiscende in campo per dare impulso alla campagna elettorale del suo partito traballante. Ed è subito allarme. L'ambiente politico è in subbuglio: cribbio, il Cavaliere sovverte i piani di ogni partito, è una minaccia per la democrazia, per l'Europa, per l'universo. In realtà si registra un solo fenomeno degno di nota: il Pdl, in picchiata da parecchio tempo, inverte la tendenza e riprende a crescere. Arranca un po', fra incertezze e pause, poi sale e si avvicina al 20 per cento dei sondaggi.

A questo punto si impone una riflessione. La ripresa finanziaria è merito di Monti che se n'è andato o di Berlusconi che è tornato? Lasciamo ai lettori la risposta. Noi ci limitiamo a registrare i fatti. E i fatti dicono che senza governo l'Italia soffre di meno rispetto a quando qualcuno si era messo in testa di salvarla a suon di tasse e di leggi demenziali. C'è un precedente: quello del Belgio. Che, stando mesi e mesi senza lo straccio di un esecutivo, risolse la metà dei propri problemi.

Un caso? Confidiamo in un replay in casa nostra.

 

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