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Prima lo sfotteva, ora il Pd difende Di Maio

In passato il Partito democratico faceva ironia sulle gaffe di Di Maio: "Fa tenerezza nella sua ignoranza". Ora tra i dem c'è chi lo coccola: "Ha esperienza di governo e di relazioni internazionali"

Prima lo sfotteva, ora il Pd difende Di Maio

C'era un tempo in cui Luigi Di Maio si rivolgeva al "partito di Bibbiano" con toni sprezzanti e quello stesso Partito democratico sfotteva le gaffe che l'ex ministro collezionava sull'ambito estero. Poi le dinamiche della politica hanno preso un indirizzo differente: Di Maio si è ritrovato nella stessa coalizione dei dem in occasione delle elezioni del 25 settembre 2022 e ora il Pd si è ridotto a coccolarlo addirittura esaltandone le capacità. Va riconosciuto che le piroette sono davvero degne di nota.

Quando il Pd sfotteva Di Maio

Nei suoi anni di gloria Di Maio si è reso protagonista di una serie di inciampi che il Partito democratico aveva colto al balzo per punzecchiarlo e deriderlo alla luce delle affermazioni pronunciate. Tra gli scivoloni più noti rientra indubbiamente quella di Pinochet in Venezuela piuttosto che in Cile. In quell'occasione era arrivata una valanga di reazioni al veleno da molti esponenti del Pd, che non si erano esentati dal pungolare la figuraccia dell'ex volto noto del Movimento 5 Stelle. I toni erano tutt'altro che morbidi.

La dem Alessia Morani su Twitter ci era andata giù pesante: "A me fa tenerezza nella sua ignoranza. Non capisce le mail, parla di Pinochet il venezuelano. Aiutatelo". Si era accodata pure Anna Ascani: "'Come ai tempi di Pinochet in Venezuela'. Vabbe". Il 20 marzo 2017 Andrea Romano aveva deciso di non girarci troppo attorno ed era andato dritto al punto: "Di Maio sta alla democrazia come Pinochet al Venezuela. #partitoaziendaM5S".

A creare un dibattito acceso era stato anche il sostegno ai gilet gialli. Lo stesso Andrea Romano si era rivolto a Enzo Moavero Milanesi, allora ministro degli Affari esteri: "Condivide il sostegno espresso dal ministro Di Maio al movimento dei gilet gialli e al loro violento attacco al governo francese?".

Ora i dem coccolano Gigino

E pensare che adesso nel Partito democratico si sorride e si fa l'occhiolino a Luigi Di Maio. Nelle ultime ore il centrodestra si è scatenato contro il possibile ruolo di rappresentante speciale dell'Unione europea per il Golfo. Il Pd sarà stato coerente e avrà criticato aspramente un'ipotesi del genere? Macché: il silenzio è protagonista e addirittura qualcuno si è spinto oltre, riservando osservazioni accomodanti e assai positive nei suoi confronti.

Ad esempio Irene Tinagli, europarlamentare dem, nell'intervista al Corriere della Sera ha accolto con gioia la notizia circolata nelle ultime ore: "Noto che è stato scelto un candidato italiano e me ne rallegro". Non c'è solo questa sottolineatura. L'esponente del Partito democratico è andata oltre e si è spinta fino agli elogi: "L'esperienza di governo e di relazioni internazionali a Di Maio non manca".

In sostanza per Tinagli tutto ciò non rappresenta uno scandalo e a suo giudizio non siamo di fronte a un riciclo dopo la batosta elettorale: "Questi ruoli vengono molto spesso assegnati a ex ministri, proprio per via della precedente esperienza. È fisiologico che, terminata la carriera nazionale, si ricoprano ruoli in ambito internazionale.

Non si tratta di riciclare". Chissà cosa ne pensa Elly Schlein: prenderà una posizione netta o cercherà rifugio nel silenzio?

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