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Storace lavora per rifare An e mette nel mirino le Europee

Il leader de La Destra dopo aver iniziato il cammino per federare le tante sigle in cerca di una casa comune, scommette sulle elezioni di maggio

Storace lavora per rifare An e mette nel mirino le Europee

Una galassia divisa in mille rivoli e frammenti, apparentemente condannata alla diaspora e alla polverizzazione e a un destino simile a quello del Partito Socialista, si rimette in movimento. E cerca di ricostruire, mattone dopo mattone, una casa comune. «Stiamo cercando di porre fine alle divisioni - troppe - a destra» dice Francesco Storace, il giorno dopo la grande «reunion» sotto le insegne (contese) di Alleanza Nazionale all'Hotel Parco dei Principi di Roma. «Presto verrà il tempo dei sondaggi e soprattutto del confronto vero e senza pregiudiziali per l'unità a destra. Già in questa settimana si riunirà il comitato promotore per i primi adempimenti e le ulteriori iniziative da intraprendere».
Naturalmente l'ex governatore del Lazio è perfettamente consapevole che nella lista delle adesioni al suo progetto spiccano due assenze pesanti. Innanzitutto quella di Fratelli d'Italia, la creatura nata da una scissione dal Pdl e che ha riunito sotto le stesse insegne Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Guido Crosetto, Fabio Rampelli e Massimo Corsaro, tra gli altri, e a cui potrebbe presto aggiungersi Gianni Alemanno. E poi gli ex An che ancora dimorano nel partito di Piazza San Lorenzo in Lucina, da Maurizio Gasparri ad Altero Matteoli, personaggi chiave per sbloccare e scongelare i beni della Fondazione An e aprire una trattativa sull'uso del logo.
Il calcolo di Storace, però, è semplice e politicamente legittimo. Il suo progetto, messo in piedi con azionisti come Adriana Poli Bortone, Roberto Menia, Salvatore Tatarella, Luca Romagnoli e Antonio Buonfiglio, rappresenta il segnale che la battaglia è ormai iniziata. Un tentativo di accelerare i tempi, rubare il tempo agli avversari e alzare il pressing, acquisendo una nuova centralità politica. Una mossa di posizionamento in vista delle Europee del prossimo maggio. Sì, perché se da una parte Fratelli d'Italia, stando a più sondaggi incrociati, non riesce ancora - nonostante le difficoltà del Pdl e nonostante una serie di passaggi importanti consumati sul fronte del reclutamento come Officina per l'Italia - a fare un salto a livello di consensi popolari, dall'altra tutti i «tecnici» dei flussi elettorali riconoscono al simbolo con lo sfondo blu e bianco, la scritta Alleanza Nazionale e la vecchia fiamma del Movimento Sociale al suo interno, un valore non trascurabile. Ragionamenti impossibili da liquidare con una scrollata di spalle nel momento in cui le varie liste di destra decideranno di impegnarsi nella difficile impresa e proveranno a conquistare una rappresentanza nel Parlamento europeo eletto nel prossimo maggio. La consultazione, infatti, prevede una soglia di sbarramento del 4%. Una montagna difficile da scalare.

A meno che non si decida di abbassare le armi e provare a costruire un soggetto unitario di destra che possa contare anche sull' «effetto nostalgia» o «identità» del vecchio simbolo di Alleanza Nazionale.

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