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Supercanone, dietrofront Rai E Gubitosi accusa la stampa

Dietrofront sull'imposta sui pc di autonomi e partite Iva. Il dg Gubitosi: "Nessuna ingiunzione di pagamento"

Supercanone, dietrofront Rai E Gubitosi accusa la stampa

Retromarcia di Mamma Rai. I bollettini inviati ai titolari di partita Iva in possesso di computer aziendali «non sono ingiunzioni di pagamento». Rispondendo al presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico che, sollecitato dall'inchiesta del Giornale, aveva chiesto chiarimenti sulla natura del cosiddetto «canone speciale», il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ha disinnescato l'ordigno. Quei bollettini «non sono ingiunzioni di pagamento, non solo perché non ne condividono né la forma né le modalità di notificazione, ma soprattutto perché non contengono alcuna intimazione di pagamento. Il testo infatti - prosegue nella sua lunga e articolata lettera Gubitosi - si sostanzia nella mera informativa circa gli obblighi che per legge conseguono all'eventuale detenzione di apparecchi televisivi. Più nel dettaglio, in nessun passaggio della lettera in questione la detenzione è presunta: al contrario testualmente si invita il destinatario ad effettuare il pagamento solo nel caso in cui detenga l'apparecchio».
Allarme rientrato, dunque? Pare di sì. Come si ricorderà, un paio di settimane fa, alla ricezione dei bollettini che richiedevano, nella maggior parte dei casi, il pagamento di 407 euro per i possessori di pc dotati di sintonizzatore per la potenziale visione di programmi tv, le categorie coinvolte, artigiani, commercianti e professionisti, avevano elevato la protesta annunciando proprio tramite la nostra testata il rifiuto al pagamento di questa nuova tassa introdotta dalla Tv di Stato. Anche la politica si era mobilitata contro il canone speciale con interrogazioni parlamentari. Poco alla volta, oltre l'imbarazzo della dirigenza Rai, sono filtrate le prime ammissioni sul «pasticcio» amministrativo confezionato dalla Direzione canone di Viale Mazzini.
«Per la raccolta del canone speciale la Rai», chiarisce ora il dg Rai nella lettera a Fico, «nei confronti di chi risulta non abbonato si avvale dello strumento dell'invio di comunicazioni informative unitamente all'attività sul territorio svolta attraverso i suoi uffici e gli agenti. Con criteri di rotazione tra i diversi settori di attività, la Rai invia ogni anno ad esercizi pubblici, strutture ricettive, artigiani, imprenditori e professionisti, mediamente 500.000 lettere...». I testi «sono sempre stati del medesimo tenore e non ci risulta abbiano finora indotto in errore i destinatari». Comunque ora, per superare il disorientamento creato negli abbonati causato, secondo la direzione generale di Viale Mazzini, dalla «recente campagna di stampa» e non dall'invio indiscriminato dei famigerati bollettini, «la Direzione Canone ha attivato immediatamente anche nuove possibilità di comunicazione in modo da risolvere ogni eventuale dubbio».
Proprio a proposito dello scarico di responsabilità sulla stampa interviene il segretario della Vigilanza Michele Anzaldi (Pd): Le parole di Gubitosi «sono molto gravi. È inaccettabile che la Rai dia la colpa alla stampa, cui invece occorre rendere merito. Chiederò in ufficio di presidenza che la Vigilanza approfondisca la questione». Dura anche la replica del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia): «La lettera di Gubitosi sulla questione del canone speciale è pura burocrazia. La Rai non impone l'obbligo di pagare perché è cosa fissata dalla legge, ma di fatto è lei che intima il versamento del canone. Il punto è chiarire chi deve e chi invece non deve pagare.

Perché Gubitosi non ammette che quello del canone speciale è un pasticcio e che l'invio di un bollettino con marcato l'importo è di fatto un'ingiunzione di pagamento?».

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