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Tabaccai in rivolta: "La Rai vuole il canone per i monitor del Lotto"

La categoria si trova a pagare il balzello per un apparecchio non dedicato alla ricezione di canali televisivi e soprattutto non di proprietà. La Fit: "Basta un monitor abilitato a ricevere il segnale per far scattare l'imposizione del pagamento"

Tabaccai in rivolta: "La Rai vuole il canone per i monitor del Lotto"

La spada di Damocle del canone speciale Rai (quello per gli esercizi commerciali) pende sulla testa dei tabaccai. Anzi, più che pendere, si abbatte proprio sui portafogli degli esercenti. Da più di un anno.

Il che non sarebbe una novità, visto che il balzello deve essere pagato da "chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi".

Il punto però è un altro. E riguarda i monitor utilizzati dalle società concessionarie dei giochi nazionali per promuovere e raccogliere i giochi, peraltro dello Stato. Un monitor su tutti: quello del 10 e Lotto. 

Quando, più di un anno fa appunto, nelle ricevitorie sono stati installati i monitor per il nuovo gioco, Assotabaccai aveva chiesto a Lottomatica e AAMS di incontrare il Ministero competente per avere delucidazioni in merito all'esigibilità del canone RAI.

Da quel momento, poco è cambiato. Se non che alcuni ispettori hanno fatto visita a diverse tabaccherie, notificando il mancato versamento del canone per tali apparecchi, e che all'interno della manovra predisposta dal governo Monti si prevede l'obbligo per le imprese di indicare in fase di dichiarazione dei redditi il numero di abbonamento speciale.

Le lamentele della categoria hanno cominciato a farsi sentire già a quel tempo ed erano incentrate sulla richiesta di esonerare questi strumenti di lavoro dall’obbligo di pagamento del canone.

La situazione è a dir poco paradossale: i tabaccai si trovano a dover pagare un balzello per un apparecchio non dedicato alla ricezione di canali televisivi e soprattutto non di proprietà, ma in comodato d'uso e in concessione dalla Lottomatica e col fine di promuovere un nuovo gioco dello Stato.

"Noi ricevitori non possiamo rifiutare l'installazione delle stesse e oltre tutto non sono collegate a nessuna antenna, ma il funzionario ci ha detto che basta collegare un decoder e diventerebbe una tv, quindi deve pagare il canone", è una delle lamentele più ricorrenti espresse dai tabaccai. 

Insomma, anche volendo, i tabaccai potrebbero far poco, dal momento che sono obbligati contrattualmente ad avere il video per svolgere il servizio.

Entrando più nel dettaglio, dalla Fit (Federazione Italiana Tabaccai) ci spiegano che il problema riguarda i monitor da 22", dotati di ricezione del segnale audiovisivo, anche se privi di antenna. "Secondo alcune interpretazioni, solo il fatto che lo schermo sia abilitato a ricevere il segnale fa sì che scatti l'imposizione del balzello", dicono dalla Fit, aggiungendo che comunque "anche se non è giusto, noi consigliamo di pagare, perché fare ricorso è complicato".

Per il direttore nazionale di Assotabaccai, Flavio Romeli, in tempi di crisi, pagare circa 200 euro di canone è un problema sentito dalla categoria.

"Dopo vari incontri con Lottomatica, Agenzia delle Entrate e Monopoli di Stato, siamo in attesa di capire come si possa risolvere la situazione. Noi chiediamo almeno a Lottomatica di intervenire, contribuendo al pagamento del Canone", spiega Romeli.

Sul tema, qualche settimana fa, è intervenuto il deputato del Pdl Bruno Murgia che ha invitato "una volta per tutte a fare chiarezza sulle fattispecie tassabili e su quelle esenti, come ho spiegato nella relazione di una mia proposta di legge per limitare il pagamento del canone ai soli possessori di tv e radio, il legislatore del 1938 non poteva conoscere le evoluzioni della tecnica. Il regio decreto è datato e bisognoso di un correttivo. Senza una decisa riforma della normativa continueremo a brancolare nella più totale incertezza. Cercare di fare cassa sulle spalle dei commercianti non è responsabile. Mi auguro che l'azienda di viale Mazzini ed il ministero dello Sviluppo economico chiariscano immediatamente la loro posizione".

Insomma, se per quest'anno la Rai e l'Agenzia delle Entrate non hanno preteso il pagamento dai proprietari di computer e tablet, fancedo retromarcia dopo le furiose polemiche scatenatesi, la sorte dei tabaccai ancora non è segnata. Ma sicuramente è in attesa. Nel frattempo, gli esercenti continuano a pagare.

Anche quelli che posseggono solo un monitor che visualizza i numeri del 10 e lotto.

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