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Il terrore in casa Pd: ecco di cosa hanno paura

Enrico Letta esulta per i 150mila iscritti che hanno votato nella prima fase congressuale, ma per le primarie di domenica prossima tutti temono il flop

Il terrore in casa Pd: ecco di cosa hanno paura

Il Pd trema al pensiero di un flop alle primarie di domenica prossima. I numeri di partenza del partito non sono per nulla incoraggianti.

Se nel 2013 il voto tra gli iscritti vide la partecipazione di quasi 300mila militanti, oggi questa cifra si è praticamente dimezzata attestandosi attorno ai 151mila, sebbene sia stata anche ai militanti di Articolo Uno di esprimersi pur non avendo ancora la tessera del Pd. È pur vero che dei 13mila iscritti al partito di Roberto Speranza non tutti sembrano aver espresso la volontà di ‘ritornare a casa’. È chiaro, dunque, che l’operazione di allargamento sia miseramente fallita dato che i votanti nella prima fase, come ha messo in evidenza Youtrend, sono stati 37.571 in meno rispetto al congresso del 2019, un calo pari al 19,9%. Un decremento fisiologico e naturale determinato anche dal crollo degli iscritti che, nel 2021 erano 320mila, mentre oggi non arrivano a 200mila. È vero che le primarie sono consultazione aperta anche ai non iscritti al partito, ma anche in questo caso i precedenti non sono a favore del Pd. Se nel 2007 i votanti alle primarie erano stati più 3,5milioni, nel 2019 sono crollati a 1,6 milioni e le previsioni per domenica non promettono nulla di buono. “Un milione di votanti stavolta ce li scordiamo. Se, invece, arriviamo attorno ai 500mila votanti, dobbiamo stappare le bottiglie di champagne. L’amara verità è questa”, ci viene confidato da fonti interne al partito. Al momento, infatti, nessuno vede una grande partecipazione mediatica per le primarie, un appuntamento politico che, negli anni passati, monopolizzava i tiggì e l’agenda politica. “Il Pd, alle Politiche del 2022, ha preso poco più di 5 milioni di voti. Immaginate veramente che 1 su 5 elettori vada veramente a votare alle primarie?”, è uno dei ragionamenti che si fa in Transatlantico. Ma non solo. “Mezzo milioni di voti non è una cifra tanto campata per aria, se si considera il fatto che, tendenzialmente, alle primarie va a votare il triplo degli elettori che hanno votato nella prima fase congressuale”, ci viene spiegato.

L’ex parlamentare Stefano Ceccanti, sostenitore di Bonaccini, non sembra preoccupato: “Nel 2019 votarono 190 mila iscritti, non siamo distantissimi”. E riguardo alla partecipazione alle primarie, dice a ilGiornale.it: “Non c'è una soglia di sicurezza e la partecipazione non è prevedibile, ma credo che sia ragionevole attendersi una partecipazione tra mezzo milione e un milione”. Gli fa eco il deputato Virginio Merola, ex sindaco di Bologna schierato anche lui con il governatore dell’Emilia-Romagna: “150mila? Come dice Bonaccini, ce li facciamo bastare. È un momento critico e l’importante è reagire. Credo ci sarà una buona partecipazione anche alle primarie e sono convinto che tanti elettori comprenderanno che, in un momento in cui l’opposizione è in difficoltà, è necessario non far mancare i propri voti”. Il senatore Antonio Misiani, supporter di Elly Schlein, parla di indubbio successo: “Siamo l’unico partito che fa congressi, discute e vota” e fissa l’asticella per domenica a un milione di partecipanti. “Sarebbe un risultato molto importante. A maggior ragione in tempi di dilagante astensionismo”, spiega il senatore piddino, convinto che un’alta partecipazione al voto possa favorire la Schlein. "Dopo Napoli, la candidatura di Elly Schlein vince anche a Roma e Milano. Siamo davvero orgogliosi del risultato straordinario raggiunto tra gli iscritti e le iscritte. Per la prima volta in 15 anni di storia del Partito Democratico la partita non solo è aperta, ma mostra una voglia di cambiamento dentro e fuori il partito che siamo certi ci porterà a vincere le primarie il 26 febbraio”, ha dichiarato Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein, all’indomani della vittoria al congresso della mozione Schlein a Roma e Milano. La speranza dei sostenitori della Schlein è che la partecipazione possa essere massiccia soprattutto nelle grandi città e che possa riguardare anche gli elettori grillini e di estrema sinistra che sicuramente non gradiscono una vittoria di Bonaccini. Il clima, alquanto tiepido, che ruota attorno alle primarie non fa prevedere che vi sarà una mobilitazione da ribaltare il risultato. “Francamente credo che le proporzioni che abbiamo visto tra gli iscritti si riveleranno tutto sommato simili tra gli elettori, a prescindere dal numero dei votanti”, dice Ceccanti.

“Finora la partecipazione ha sempre confermato chi ha prevalso nel voto tra gli iscritti”, sentenzia Merola. Agli elettori, l’ardua sentenza…

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