Cronache

Trieste s'inventa la tassa post mortem che si paga da vivi

Il Comune esige che i familiari anticipino 400 euro per la dissepoltura del defunto

Non si smette mai di pagare, anche dopo morto. Tenendo conto che l'aldilà è l'unico posto dove non ti rincorrono per riscuotere, i parenti devono anticipare la spesa della dissepoltura del «caro» estinto, che avverrà dopo 30 anni, al momento dei funerali. Gran parte dei comuni italiani fanno pagare l'estumulazione, il nome tecnico per spostare i resti umani dal loculo o tomba e far posto ad un altro defunto. Per alcuni come Bologna e Prato il servizio è gratuito. Per altri gli eredi pagano al momento dell'estumulazione. In molti casi viene chiesto il versamento della tariffa anticipato di 30 anni, come capita a Trieste.
La curiosa pratica è rimbalzata agli onori delle cronache sul quotidiano del capoluogo giuliano, Il Piccolo, grazie alla segnalazione di un lettore. Gianfranco Antonelli si era rivolto alla società AcegasAps, che oltre a fornire acqua, luce e gas si occupa dei servizi cimiteriali. L'ignaro cittadino voleva provvedere al rinnovo di un loculo di un proprio caro sepolto nel locale cimitero, dopo la scadenza della concessione comunale. Il conto da saldare era di oltre duemila euro. Nel conteggio però risultavano anche 393,25 euro per «oneri di estumulazione di fine ciclo sepoltura». In pratica si paga in anticipo il disseppellimento dei resti del defunto, che a seconda della loro consistenza vengono cremati, preservati in un ossario o inumati in campi simili a fosse comuni. L'addetto allo sportello incaricato di riscuotere la gabella, come scrive Il Piccolo, ha confermato ad Antonelli: «Si paga per il futuro. È un acconto sull'estumulazione che sarà effettuata fra 30 anni. Questa è la legge».
In realtà la norma lascia spazio ai comuni su tariffe e modalità di riscossione. A Bologna il disseppellimento ordinario è gratuito. A Prato si fa posto al nuovo arrivo dopo 20 anni, ma anche in questo caso l'operazione non costa nulla. In comuni più piccoli, come quello di Lumezzane si prevedono concessioni degli spazi per l'eterno riposo di 25 o 35 anni. Scaduto il periodo si comunica ai parenti l'avvio dell'estumulazione e sono previste tariffe dai 120 ai 620 euro per la ricollocazione dei resti. Almeno si paga al momento del servizio e non in anticipo, dopo morti. Sul sito del Comune di Milano è riportata solo la tariffa di 202,73 euro per il disseppellimento straordinario, ovvero prima del tempo. Sul blog del caro estinto www.funerali.org c'è dibattito sull' «onerosità delle estumulazioni», che a livello nazionale colpiscano pure le Confraternite più povere.
A Trieste la precedente giunta di centro destra, con una delibera del 2003, ha recepito una legge degli anni novanta esigendo la tariffa in anticipo di decenni. Dopo 30 anni non si riesce a rintracciare i parenti dell'estinto o semplicemente se ne disinteressano. Per non gravare sulle casse comunali si chiede l'anticipo. «Nella stragrande maggioranza dei casi alla conclusione della concessione trentennale non si trova più nessuno. Chi paga? Bisogna decidere se è più corretto che il costo gravi sulla comunità o sul fruitore del servizio, ovvero i suoi eredi» spiega al Giornale Maria Mazzurco, responsabile logistica della società che si occupa dei servizi cimiteriali a Trieste. Su decine di migliaia di loculi e tombe precedenti al 2003 è quasi impossibile riscuotere. «In pratica diventa più oneroso e complicato rintracciare i parenti, se ci sono ancora e chiedere il pagamento della tariffa» spiega la dirigente.
L'attuale giunta di centro sinistra continuerà su questa strada, ma favorirà le cremazioni puntando a ridurre il costo di 466 euro. Poco più alto della tariffa per il disseppellimento che verrebbe in gran parte «risparmiata». L'assessore Fabio Omero conferma al Giornale: «Mi rendo conto che può suonare strano che il cittadino sia obbligato a versare subito dei soldi per un servizio che avverrà fra trent'anni. Però o facciamo così oppure nessuno paga più».
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