Cronache

Trombe d'aria al Giglio. E una marea di tv

Il maltempo non sposta l'ora X. Gabrielli: "Se falliamo la colpa è mia". Dalla Cnn ad Al Jazeera: è già uno show

Nave Concordia: è scattata l'ora X. In queste ore il relitto arenatesi presso l'Isola del Giglio il 13 gennaio dello scorso anno, verrà definitivamente recuperato per essere trasportato in un luogo ancora da definire dove verrà demolito. Ieri le condizioni meteo nell'Italia centrale lasciavano presagire a un rimando delle operazioni, a causa dell'evoluzione di due trombe d'aria e delle difficili condizioni del mare; che sono, però, rientrate durante la notte, promettendo per oggi la stabilità climatica ideale per poter intervenire adeguatamente sul mezzo affondato.

Il sì ufficiale è arrivato ieri alle 14 dalla Protezione Civile, che ha comunque ribadito il rischio (seppur remoto) che qualcosa possa non andare secondo le previsioni, essendo un'operazione ingegneristica di grande portata, mai effettuata prima. «Nel pomeriggio potremo dire se l'operazione è stata un successo» ha detto Franco Gabrielli, capo dell'ente dal 2010; mentre Nick Sloane, l'ingegnere a capo del progetto di rimozione ribadisce che «le dimensioni della nave e la sua collocazione ne fanno l'operazione più impegnativa a cui abbia mai partecipato».

Le operazioni di «parbuckling» (termine tecnico con cui si definisce la rotazione di una nave per restituirle l'assetto verticale) dovrebbero durare dalle 12 alle 24 ore, anche se sulla tempistica precisa «è difficile fare ipotesi», ha precisato Franco Porcellacchia, responsabile del programma di recupero del relitto. Scopo finale, quello di restituire alla nave la sua originaria «postura», e la possibilità di galleggiare: per arrivare a questo risultato è prevista l'azione di numerose funi di acciaio (prima fase), una piattaforma su cui fare perno con la forza dei tiranti (seconda fase) e dei cassoni a mo' di zavorre per favorire la verticalizzazione e la stabilizzazione della nave (terza fase).

Si teme il rilascio di sostanze inquinanti, ma la situazione non desta grandi preoccupazioni: «Non ci aspettiamo effetti disastrosi - ha rivelato Laura Sargentini, presidente dell'Osservatorio Ambientale sulla Concordia -le analisi e le modalità con cui sono state indagate le parti accessibili dell'acqua che potrà finire in mare ci confortano».

Benché si sia parlato della volontà collettiva di mantenere un certo riserbo durante lo svolgimento dei lavori, soprattutto in virtù delle due vittime che ancora riposano nello scafo (i cui corpi verranno immediatamente ricercati), è prevista per oggi una cospicua presenza di professionisti, semplici turisti o abitanti del posto, con gli occhi puntati sul relitto in fase di recupero. 350 i giornalisti accreditati provenienti anche dalla Cina e dall'Australia e numerose le emittenti televisive che trasmetteranno «l'evento», comprese la Cnn e Al Jazeera.

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