Politica

Uomo s'impicca nel cortile di una scuola

Impiccato a una scala antincendio, le mani legate dietro la schiena da una fascetta di plastica, accanto un bigliettino nel quale chiede scusa alla famiglia e la penna usata per scriverlo.
È stato trovato così ieri mattina Roberto Calenda, 45 anni, tossicodipendente senza fissa dimora impiccatosi nel cortile interno di una scuola del Vomero, a Napoli, l'istituto comprensivo «Cesare Pavese».
Di fronte, dall'altra parte della strada, il ponte di via Pietro Castellino, ribattezzato da chi abita in zona come «il ponte dei suicidi» perché spesso utilizzato per togliersi la vita con un salto nel vuoto.
Quel ponte da tempo è circondato da alte transenne per dissuadere da ogni tentazione.
Calenda, però, ha fatto un'altra scelta: ha attraversato la strada, scavalcato i cancelli della scuola (ieri chiusa per le feste) e, in un cortile interno, non direttamente visibile dall'esterno, si è impiccato.
Se in un primo momento quelle mani legate dietro la schiena facevano pensare a un omicidio, dagli elementi raccolti è emerso, invece, che Calenda si è suicidato, come confermato dal capo della Squadra Mobile.


Sarebbe stato lui stesso ad ammanettarsi per evitare che l'istinto di sopravvivenza prevalesse una volta compiuto il balzo.

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