Politica

Volontariato? No, serve solo buona volontà

L'idea del governo di coinvolgere 100mila giovani italiani nel servizio civile universale ci sembra una classica boiata pazzesca

Volontariato? No, serve solo buona volontà

I nostri lettori sanno che siamo impegnati a parlare male di Matteo Renzi, ma che non riusciamo a massacrarlo come vorremmo perché in fondo ci è simpatico. Ci piace il suo modo di fare. Ci garbano il suo linguaggio comprensibile anche alle comari, la disinvoltura con cui maneggia il microfono, la spontaneità dei gesti. Non solo. Gli riconosciamo altresì di aver sepolto (speriamo per sempre) lo stile burocratico e sussiegoso dei compagni d'antan, inaugurando una stagione nuova della sinistra.

Questa lunga premessa era necessaria affinché ciò che stiamo per scrivere non venga interpretato dal premier come un pregiudizio. È soltanto un giudizio. L'idea del governo di coinvolgere 100mila giovani italiani nel servizio civile universale ci sembra una classica boiata pazzesca. Che evoca un'altra boiata altrettanto pazzesca: i lavori socialmente utili, di cui s'ignora l'utilità, ma è noto il costo. In pratica siamo di fronte a un Bancomat al quale hanno diritto di attingere coloro i quali, disoccupati più o meno vocazionali, sono bisognosi di pagarsi le sigarette, il caffè e l'aperitivo senza pesare sulle saccocce di papà e mammà.

Quanto al lavoro che essi svolgono si hanno informazioni talmente vaghe da suffragare il sospetto che agli stipendiati si richieda poco o nulla: forse di girarsi e rigirarsi i pollici tra un sorso e l'altro di Campari. Non è un'attività logorante. Confessiamo di non avere capito in che cosa consista la riforma del terzo settore. Se Renzi ce lo spiegasse, gliene saremmo grati: uno come lui, abituato a parlare fuori dai denti, non può nascondere il proprio pensiero dietro formulette verbali che siamo in dubbio se definire furbe o cretine. Inoltre, siamo curiosi di scoprire dove il presidente del Consiglio intenda collocare i citati 100mila giovani italiani candidati al servizio civile universale di sua invenzione: nelle miniere del Sulcis, opportunamente riaperte? nella Croce rossa? nelle strutture della Sacra Famiglia di Cesano Boscone che già si avvalgono della fattiva collaborazione di Silvio Berlusconi? in una riedizione delle classi differenziali con la funzione di insegnanti di sostegno?

Caro Renzi, ci illumini d'immenso; ci sveli i suoi piani prodigiosi e risolutivi; non ci lasci nel timore che la sua trovata sia soltanto una chiacchiera (che comporterà comunque oneri per lo Stato) destinata a non avere un seguito concreto. Non sarebbe più vantaggioso insegnare ai nostri giovani nullafacenti un mestiere piuttosto che illuderli di potere un domani ricevere una paga nella pubblica amministrazione senza fare un tubo?

Il vero dramma nazionale è che il lavoro abbonda; manca soltanto la capacità e forse anche la voglia di farlo, addirittura d'imparare a eseguirlo. Tant'è che nel nostro Paese sgobbano regolarmente inquadrati 4 milioni di stranieri, tra cui un'infinità di cinesi che rilevano bar e pizzerie, si sbattono per 15 ore al dì, domenica compresa, e assumono come aiutanti alcuni italiani di buona volontà.

Quei pochi che ce l'hanno.

Commenti