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Istat, molestie sessuali: più di 10 milioni di donne ne ha subita almeno una

Un'indagine rivela che una donna su due tra i 14 e 65 anni - ossia 10 milioni 485 mila persone - ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale. Oppure un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Più diffuse le molestie verbali (26%), i pedinamenti (21,6%), la molestia fisica (19%)

Istat, molestie sessuali: 
più di 10 milioni di donne 
ne ha subita almeno una

Milano - Ce ne sono di tutti i tipi: verbali, fisiche o persecutorie. Qualunque sia la forma, lo studio dell'Istat evidenzia in particolare che le donne sono sottoposte a molestie per lo più sull'ambiente lavoro. Ma il dato generale, fortunatamente, mostra un calo degli episodi. Anche se i numeri sono impressionanti. L'indagine rivela che una donna su due tra i 14 e 65 anni - ossia 10 milioni 485 mila persone - ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale. Oppure un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Più diffuse le molestie verbali (26%), i pedinamenti (21,6%), la molestia fisica (19%) L'indagine

Tipologia Sono verbali le molestie maggiormente utilizzate contro le donne (ne è colpito il 26,6% di quelle tra i 14 e i 65 anni). Seguono i pedinamenti (21,6%), gli atti di esibizionismo (20,4%), le molestie fisiche (19%) e le telefonate oscene (18,2%). Mentre queste ultime riguardano soprattutto le donne tra i 45 e i 65 anni, i pedinamenti di più le giovani tra i 14 e i 34 anni. I responsabili delle molestie fisiche sono soprattutto estranei (59,4%) o persone che si conoscono di vista (14,1%).

Lavoro Guardando in particolare al mondo del lavoro, sono 1 milione 224mila le donne che hanno subito molestie o ricatti a sfondo sessuale, pari all’8,5% delle lavoratrici attuali o passate ed incluse quelle in cerca di un’occupazione. In particolare, nel 31,2% di queste situazioni si tratta di vere e proprie molestie sessuali, il 35% è costituito da richieste di disponibilità sessuale e il 33,8% richieste di disponibilità più generiche. Come per le molestie in generale, anche nel mondo del lavoro sono le donne tra i 14 e i 24 anni quelle maggiormente vessate (3,6% negli ultimi tre anni) con una prevalenza delle residenti al Sud (3,2%).

Per l'assunzione Nell’1,7% dei casi il ricatto era finalizzato all’assunzione e una quota equivalente al mantenimento del posto di lavoro o a un avanzamento di carriera. Sono inoltre mezzo milione le donne cui è stata richiesta disponibilità sessuale nel corso della ricerca del lavoro. Il 43,1% dei ricatti viene perpetrato quotidianamente, soprattutto se è finalizzato al mantenimento del posto o a un avanzamento. Il settore commerciale (24,4%), quello delle attività immobiliari e informatiche (14,3%) e dei servizi (10,3%), insieme a quello manifatturiero (10,3%), sono i settori nei quali, negli ultimi tre anni, i ricatti sono stati più frequenti.

Denuncia Delle 842mila donne che sono state vittime di tali situazioni, negli ultimi tre anni, solo l’1,1% ha denunciato il fatto; una quota amplissima (81,7%) infatti non ne parla con nessuno considerando l’episodio poco grave (28,4%), preferendo risolvere da sole o con i familiari (23,9%), per scarsa fiducia nelle forze dell’ordine o per impossibilità ad agire (20,4%).

Cultura giuridica "Il numero delle vittime di molestie fisiche appare fortemente diminuito negli ultiimi dieci anni", ha sottolineato Sabbadini che attribuisce questo calo, in buona parte "ai cambiamenti della cultura giuridica, accanto ai quali va segnalato che si parla di più di violenza sessuale attraverso i media. L’attenzione legislativa e dei media ha fatto sì che crescesse la legittimazione dell’esistenza del fenomeno, che fosse possibile parlarne e anche essere vittime senza sentirsi colpevolizzate".

Tutto ciò, ha concluso, "contribuisce a costituire un clima di condanna e stigmatizzazione sociale della violenza contro le donne e favorsice l’inibizione di manifestazioni violente verso di loro".

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