Francesca Amé
Chi non ricorda una gita scolastica in via Castelbarco, alla volta dei macchinari della Centrale del latte? Con 75 anni di vita, l'azienda ripercorre a ritroso la sua storia, intrecciata com'è con quella di Milano, e la celebra con la mostra «Quando il latte diventa Centrale». Esposizione che ha aperto i battenti ieri sera alle 18 al MuseoScienza di via San Vittore. presente, tra gli altri, il sindaco Albertini. Per loccasione Skira ha pubblicato «Municipio e mercato. La Centrale del latte a Milano», un volume di quasi 500 pagine scritto da Mattia Granata, che narra con passione la storia dell'azienda milanese corredandola di tante foto d'epoca.
Che il latte sia simbolo di valori positivi è dimostrato dalla ricorrenza dell'alimento nell'arte antica (fu molto amato in Egitto) e nell'iconografia cristiana, dove è spesso rappresentato nelle Madonne del Latte o nelle allegorie della Carità. La bianca bevanda aiuta il corpo e lo spirito: una pelle lattea è da sempre simbolo di bellezza raffinata (vedi Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany», una delle dive citate in mostra) e ben lo sa la cosmetica che spesso sfrutta nelle sue pubblicità questo prodotto. Ma il latte è anche segno di semplicità (ed economia): memorabile la scena di Alberto Sordi che mette sul tavolo, insieme a un pasto «americano», una bottiglia di latte.
Tra citazioni di film e opere d'arte, la mostra si sofferma anche sul mondo della campagna per ripercorrere, attraverso una serie di oggetti, i processi di produzione e lavorazione del latte. La fatica di pastori e allevatori si concretizza negli antichi utensili da lavoro che hanno poi lasciato il posto a tecniche e dibattiti, anche questi documentati, sulla produzione dell'alimento. Tra i pezzi più interessanti esposti c'è il laboratorio di analisi della Centrale: l'azienda fu la prima in Italia a sottoporre a controllo igienico l'alimento da lei prodotto. Con una strizzata d'occhio al design, l'esposizione si chiude sui moderni contenitori, comodi e maneggevoli, che hanno sostituito gli antichi «menalatte».
Una parte della storia del costume milanese passa dagli sviluppi industriali della Centrale del latte, che fu la prima a essere fondata, nel 1930, nel Bel paese: l'immagine dell'azienda - oltre alle innovative piramidi in tetrapak - è per i milanesi indissolubilmente legata agli affiches pubblicitari e ai tradizionali luoghi di consumo, tra cui il Bar Bianco. E quando si pensa alle piccole, disordinate latterie di un tempo (introvabili nella Milano di oggi), è inevitabile la nostalgia.