Cronache

Laurea in «Cibo» al Porto Antico

Tante volte abbiamo ammirato rapiti la maestria di un sommelier. Secondo le statistiche più «buoniste» diffuse dai produttori di sughero, circa il 3 per cento, ma in realtà il dato sfiora il doppio, delle bottiglie sarebbero difettose, nel senso che il contenuto risulta al gusto contaminato da quello del sughero, in particolare dal cloro o dalla quella sostanza chiamata acqua ossigenata che si usa solitamente per «sbiancare» il turacciolo, insomma, «sa di tappo». Questo fastidioso inconveniente che rende imbevibile il nettare degli Dei dovrebbe essere definitivamente sconfitto dalla Azienda Lupi di Pieve di Teco (Imperia), in Valle Arroscia, che per l'imbottigliatura dell'annata 2006 dei suoi vini, tutti Doc liguri, dall'Ormeasco al Rossese, dal Vermentino al Pigato, fino al particolarissmo «Vignamare» (che è un Itg) ha scelto, un particolarissimo tipo di tappo che, appunto, «non sa di tappo». Si tratta di una tecnologia elaborata dalla Guala Seal, una delle tante «multinazionali tascabili» come lo stesso Division director del gruppo Andrea Guala l'ha definita, che caratterizzano il tessuto industriale italiano: poco più di un migliaio di dipendenti nei laboratori di Spinetta Marengo in provincia di Alessandria e uffici commerciali sparsi un po' in tutto il mondo, fino in Cina. La Guala Seal è specializzata, infatti, dal 1950 nella trasformazione delle materie plastiche destinate ad applicazioni sofisticate, come per esempio, le chiusure di garanzia (è questo il caso), ma anche i diffusissimi dispenser, per capirci quelli dei dentifrici e degli spruzzatori. Massimo Lupi, erede con i fratelli della dinastia di produttori della Valle Arroscia fondata dal padre Tommaso ha detto: «Vogliamo abbandonare definitivamente il sughero e assicurare le nostre bottiglie con una chiusura non più libera ma controllata. Il futuro è nella tecnologia anche per quanto riguarda il recupero dei vigneti. Non vogliamo più subire le inevitabili lamentele da parte dei nostri clienti per bottiglie che sanno di tappo e contemporaneamente non rinunciare alle qualità intrinseche del sughero».

Si ma in che modo? Lo ha spiegato Andrea Guala: «Il segreto del nostro tappo già sperimentato in Francia, rispetto a quelli sintetici è quello di garantire, attraverso una apposita intelaiatura che naturalmente non si vede, la stessa tenuta del tappo in sughero».

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