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A Lecco

LeccoLa matrigna non la poteva vedere. Non solo la costringeva a lavare i pavimenti, pulire i bagni, lucidare i piani della cucina, ma la teneva anche senza cibo. Peggio, molto peggio, della matrigna di Cenerentola perché là era una fiaba e arrivava il principe azzurro in salvo e qui invece non sarebbe arrivato proprio nessuno, se la ragazzina non si fosse sentita male. Uno svenimento, a scuola. L’ambulanza che la porta in ospedale. Gli esami che parlano di carenze alimentari. E lei che pian piano, spiega che «no, proprio tutto bene a casa non va e no, proprio sempre non mangio». All’inizio la ragazzina, che è figlia di una coppia di immigrati e vive alle porta di Lecco, aveva una vita normale. Madre, padre e la libertà di crescere studiando e passando i pomeriggi con le amiche. Poi la tragedia. La mamma muore, e già quello è un dolore. Ma il peggio deve ancora venire. Il padre cerca di rifarsi una vita, trova un’altra donna, pensa di potersi fidare e forse alla fine non gli importa più di tanto. La donna arriva a casa. E anziché comportarsi come una seconda mamma, che risolve i problemi alla figlia acquisita, si trasforma in una specie di orco. Sveglia all’alba o anche prima e obbligo di pulire dappertutto. Non solo i letti e i bagni, la polvere e il bucato da fare. La matrigna era una vera despota. Voleva che la ragazzina si mettesse anche a cucinare per tutta la famiglia. Solo dopo poteva andare a scuola. Questo ha ricostruito la procura.
Il risveglio della giovane era quindi da incubo. Veniva trattata come una specie di schiava e il padre, anziché prendere le sue difese, lasciava fare. Lui era spesso lontano per lavoro, ma pare che c’entrasse anche lui in questa storia. Perché la casa pulita la vedeva bene, ma anche quella ragazzina che era esanime. La Procura ha ricostruito la vicenda e non c’è un solo punto a favore del genitore e della sua compagna. Dopo il risveglio e le faccende domestiche forzate, il resto della giornata andava anche peggio. Una volta rientrata a casa da scuola trovava ben poco da mangiare di quello che aveva cucinato. Questo sostiene il pubblico ministero Luca Fuzio che, nel capo di imputazione, dice che in più di un’occasione questa ragazza non avrebbe avuto modo di mangiare a sufficienza.
Più di una volta la giovane avrebbe avuto mancamenti per fame. Ed è proprio grazie a uno svenimento avvenuto a scuola che la giovane è stata portata in ospedale. Lei ha raccontato che qualcosa non andava ed è stata segnalata ai servizi sociali e all’ufficio immigrati della questura. Ed è partita la segnalazione alle forze dell’ordine. Gli inquirenti hanno iniziato a indagare con molta discrezione. I controlli hanno portato le prove che si trattasse di un caso di maltrattamenti. Ed è scattata la denuncia per la matrigna e per il compagno. I due, assistiti da un avvocato d’ufficio, si sono difesi dicendo che loro non hanno mai fatto niente di male alla figlia. Che l’hanno cresciuta secondo i loro mezzi, le loro possibilità e la loro cultura. Ma gli occhi di quella ragazzina raccontavano tutta un’altra storia. Così la Procura ha rinviato a giudizio la coppia. La prima udienza è prevista per ottobre. Nel frattempo Cenerentola è stata portata via dalla sua casa prigione. Ora è in una comunità protetta ed essendo minorenne viene tutelata e viene taciuto il nome. Ora sta bene.

C’è chi cucina per lei e si premura di farla mangiare tre volte al giorno.

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