Letteratura

Alla Biblioteca Braidense la peste nei secoli per i 150 anni dalla morte di Manzoni

Brera racconta l’orribile flagello tra “I Promessi Sposi” e la “Storia della Colonna Infame”, in mostra incunaboli, miniature, libri antichi e rari, disegni, incisioni, documenti manoscritti, fino a sabato 8 luglio

Alla Biblioteca Braidense la peste nei secoli per i 150 anni dalla morte di Manzoni

"Manzoni 1873-2023 La peste «orribile flagello». Tra vivere e scrivere", una mostra che rientra tra le iniziative organizzate dalla Biblioteca Nazionale Braidense, fino a sabato 8 luglio 2023, nella Sala Maria Teresa, per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni avvenuta il 22 maggio del 1873. In evidenza il legame storico e culturale dello scrittore con la città di Milano, nella descrizione della peste “orribile flagello” del 1630 nel romanzo dei Promessi Sposi; una mostra per far riflettere i visitatori sulle pandemie che affliggono l’umanità, non ultima quella vissuta di recente con il Covid-19. In passato definita pestilenza, epidemia da peste e il rapporto con la storia e la letteratura.

L’esposizione è curata da Marzia Pontone, direttrice scientifica della Biblioteca Nazionale Braidense, con Giuliana Nuvoli e Marco Verziero, in collaborazione con la Pinacoteca di Brera, l’Archivio Storico Ricordi che ha permesso approfondimenti tematici con partitura, libretto, bozzetti scenici e figurini ad acquerello per l’adattamento in melodramma del romanzo I Promessi Sposi e il contributo scientifico di Casa Manzoni. Con il sostegno di Gallerie d’Italia, Musei Intesa Sanpaolo, Fondazione Berti, Giada, Amici di Brera e dei Musei Milanesi. Catalogo pubblicato da Scalpendi.

Marzia Pontone afferma: “Il dialogo è aperto con la città, gli ospiti internazionali e le generazioni: mentre la mostra virtuale amplifica l’accessibilità della fruizione a distanza, i progetti collaterali rafforzano l’esperienza di visita in presenza attraverso laboratori educativi per bambini e ragazzi, circuiti a piedi e performances teatrali in alcuni luoghi manzoniani come il Santuario della Madonna dei Miracoli in San Celso, il Refettorio Ambrosiano a Greco e la chiesa di San Carlo al Lazzaretto. La mostra esce così dai confini fisici della sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense per allargarsi alla dimensione partecipativa dell’intera collettività, chiamata a riscoprire se stessa attraverso il filone narrativo manzoniano dei Promessi Sposi e della Storia della Colonna Infame”.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dice: “Alessandro Manzoni è una delle figure più alte della letteratura italiana ma soprattutto un protagonista del Risorgimento. Il suo ideale di Patria e di Nazione resta ancora di grande attualità, così come l’idea di un impegno civile permeato di moralità. Ebbe il merito di anticipare la sostanza e la forma del romanzo moderno. Credo valga la pena riflettere sempre sull’universalità e la contemporaneità di Alessandro Manzoni. Si tratta dei due elementi che sostanziano la sua grandezza e ne fanno uno scrittore senza tempo. La storia è per Manzoni sempre un fatto contemporaneo, ma essa si amplia per costruire un universo filosofico e morale. Auspico che la celebrazione del 150esimo anniversario della morte divenga un momento condiviso per esaltare l’attualità espressiva dell’universo manzoniano. La mostra Manzoni, 1873-2023. La peste “orribile flagello” tra vivere e scrivere può rappresentare l’occasione per spingersi oltre e, attraverso un inedito percorso espositivo, porre al centro una rinnovata attenzione su Manzoni e la sua filosofia”.

Una grande rassegna, in mostra 114 opere tra incunaboli, miniature, libri antichi e rari, disegni, incisioni, documenti manoscritti, studi di anatomia, mappe del Lazzaretto, disegni originali di Francesco Gonin e Gallo Gallina che hanno illustrato il romanzo di Manzoni; 17 sezioni nella bellissima sala dedicata alla sua fondatrice, Maria Teresa d’Austria, che aprì la biblioteca nel 1786, al suo interno anche il prezioso Fondo Manzoniano del 1886 al quale si è attinti per alcune xilografie, calcografie, acqueforti, disegni, litografie e cromolitografie. Di grande interesse artistico gli studi preparatori, di Luigi Sabatelli tra Settecento e Ottocento e di Giovanni Pessina, la cromolitografia della figura di un Bravo realizzata da Francesco Hayez, la pianta del lazzaretto di Milano disegnata dallo stesso Manzoni; lettere di Verdi, Mascagni e Puccini dove si legge dell’influenza spagnola del 1918 e molto altro; una teca che contiene libri di letteratura straniera sulla peste, il vaiolo, il colera, l’aids, autori come Thomas Mann, Virginia Woolf, Jack London, Albert Camus, Gabriel García Márquez.

Il racconto della peste tra “I Promessi Sposi” e la “Storia della Colonna Infame”, un percorso nella storia, dalle pesti borromaiche, tra il 1576 e il 1578, quando era arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, quella descritta da Manzoni, del 1630, quando arcivescovo era Federico Borromeo. La peste, la guerra e la carestia sono al centro del racconto dei Promessi Sposi, che ritrae con esattezza una pandemia descritta dai testi dei medici come Alessandro Tadino che fu il primo ad avvertire della peste in città, dalle cronache e dalla consultazione di altre fonti. La folla è spaventata dal male oscuro e nell’ignoranza corre alla ricerca del responsabile del contagio e non all’origine del male; forte anche il senso di colpa, espiazione, una conseguenza del male che l’uomo mette in atto, soprattutto con la guerra, il bisogno di dare un senso al terribile morbo che affligge l’umanità.

Un interessante quanto terrificante viaggio nella letteratura e nei manuali di medicina, dall’Iliade dove si racconta di una pandemia che ha colpito l’accampamento greco, a Virgilio, Ovidio, Tucidide, Lucrezio, alle edizioni degli scritti di Petrarca e Boccaccio sulla peste nera del 1348, causa della distruzione di un’altissima percentuale di abitanti di Firenze; a quelli degli storici sulle epidemie del Quattrocento e del Cinquecento; la peste bubbonica del 1450 sotto Francesco Sforza e quella tra il 1483 e il 1486 sotto Ludovico il Moro che porta alla costruzione del lazzaretto di San Gregorio, oggi quartiere Porta Venezia; il racconto della peste del Seicento del Manzoni, centro della mostra, il Re lebbroso di Emilio Salgari; la Cecità di José Saramago, del1995; fino al Novecento con Leonardo Sciascia.

James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense ha affermato, in occasione dell’inaugurazione: “Guerra, carestia, peste, morte: i quattro cavalieri dell’Apocalisse che dominano i titoli dei giornali di oggi sono anche al centro della rassegna della Biblioteca Braidense, che mostra come le parole di un grande scrittore possano aiutarci ad affrontare le sfide del mondo contemporaneo”

Nell'ambito della mostra sono state organizzate iniziative esterne in collaborazione con enti scientifici e culturali milanesi, con esperti e studiosi delle Università degli Studi di Milano, Pavia e Parma; incontri, conferenze, presentazioni di libri, una serie di laboratori per le scuole e per i bambini a cura di Libri Finti Clandestini, workshop, appuntamenti performativi curati dall’associazione culturale AlmaRosé, visite guidate gratuite; una editathon interamente dedicata ad Alessandro Manzoni in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e Wikimedia Italia; visita virtuale e materiali audiovisivi disponibili sul sito della Biblioteca Nazionale Braidense.

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