Letteratura

La forza dei valori conservatori come argine al pensiero unico

"Tu sei il messaggio", ultimo saggio di Alessandro Nardone, spiega come i conservatori possano tracciare una rotta di resistenza alla pressione omologante del globalismo

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Iper-tecnologizzazione delle società, individualismo diffuso, pensiero unico, politicamente corretto: i quattro cardini del globalismo, secondo l'analisi di "Tu sei il messaggio", ultima fatica editoriale di Alessandro Nardone, sono altrettanti elementi che contribuiscono in un modo o nell'altro a annacquare i valori tradizionali delle società occidentali.

Nardone, consulente di marketing digitale e docente di branding e marketing digitale all’Istituto Europeo di Design e all’International Academy of Tourism and Hospitality, è anche uno studioso di politica internazionale e di pensiero politico. Nel suo saggio edito da You Can Print, parla di come i conservatori e gli esponenti della cultura politica identitaria possano - e debbano - affrontare le sfide della cultura progressista, che tende verso il globalismo, senza battere in ritirata. Anzi, piuttosto che ritirarsi nella torre d'avorio del vittimismo e dell'autoreferenzialità, lamentando la fine dei tempi dei valori passati e accusando il mondo progressista e la sinistra di averlo demolito senza compiere azioni in risposta.

Società moderne sottoposte al dominio degli algoritmi che indicizzano le preferenze, chiamate a un consumismo indifferenziato senza neanche la garanzia della tutela di valori certi, sottoposti alla reprimenda del pensiero unico dei valori progressisti e censurate nella loro possibilità di esprimersi rischiano, nota Nardone, di "intimorire le persone" che non si conformano, "facendole sentire sbagliate per i valori in cui credono e riducendole, infine, al silenzio". Una sorta di "Psicopolizia" alla Orwell, per Nardone, "ha dato vita a una caccia alle streghe costruita ad arte come diversivo per imporre surrettiziamente un modello di società sempre più ibrido e destrutturato nel quale i disvalore soppiantano i valori e la cultura della cancellazione ha la meglio su quella della conservazione". Ogni essere umano, individuo dentro una collettività, è portatore di un messaggio di unicità e di valori che non può essere annacquato tra imposizioni culturali e omologazione dettatata dagli algoritmi e dalla loro spinta uniformatrice su costumi e consumi.

Che fare, dunque? Nardone invita i conservatori a non negare i temi su cui il mondo politicamente corretto e globalista insiste, ma ad affrontarli con spirito critico. La Sinistra parla massicciamente di ambientalismo? I conservatori devono porre l'accento sulla conservazione della natura e su uno sviluppo sostenibile fondato su progresso economico e tecnologia. La Sinistra nega i valori? La Destra deve diventare "la casa di tutti coloro che intendono difendere le nostre radici", in Italia come all'estero. Nel mondo della Silicon Valley divampa il positivismo tecnologico? I veri conservatori dovrebbero mettere tecnologie come l'Ia al servizio dell'uomo. Non "dovremmo limitare le tecnologie", nota Nardone, "ma i pochi uomini che attualmente le governano con l'obiettivo di fagocitare l'Io e il Noi". I progressisti si focalizzano su temi come la sostenibilità in maniera superficiale, ponendo l'enfasi sull'uso delle tecnologie in forma omeopatica per cambiare un sistema problematico? I conservatori dovrebbero pensare a sovranità digitale, progetti ambiziosi e agende per il futuro.

Su questi assi, e si potrebbe continuare, Nardone legge le sfide politiche del futuro. Di cui a suo avviso in Italia può essere interprete il governo di Giorgia Meloni, la quale già nel 2002, giovanissima presidente di Azione Giovani, denunciava l'esistenza di un progetto volto a "imporre a tutti un medesimo modo d'esistenza, una medesima pseudo-civiltà impoverente e distruttiva" a cui bisogna opporre la cultura dei valori e dello sviluppo. Per Nardone il governo Meloni e la destra italiana possono muovere una rivoluzione culturale capace di creare un modello di sviluppo alternativo in Europa capace di fare scuola: l'obiettivo di "costruire il futuro sulla base dei valori del passato, credere nel significato dell'appartenenza nazionale e nel valore della comunità in alternativa a una visione della società basata sempre di più sul relativismo postmoderno" già denunciato da grandi protagonisti del presente come Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI può essere realizzato.

L'importante, si capisce dalle tesi di Nardone, è che i conservatori cessino di giocare di rimessa ma costruiscano un'agenda propositiva, che al sistema globalista e globalizzante contrapponga una spinta a essere protagonisti in questo mondo, senza conformarsi al mondo, cioé a un set valoriale omologante e che nega le differenze identitarie.

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