Letteratura

Com'era essere adolescenti negli anni '90: il racconto di Fosca Donati

Nel suo romanzo "C’era una volta ed era la prima", edito da Vallardi, Fosca Donati racconta senza filtri cosa significava essere adolescenti nei mitici anni Novanta

Com'era essere adolescenti negli anni '90: il racconto di Fosca Donati

L’adolescenza è sempre stata uno dei periodi cruciali della nostra esistenza. Ce lo ricorda Fosca Donati nel suo libro “C’era una volta ed era la prima”, edito da Vallardi. Essere adolescenti negli anni Novanta era completamente diverso dall’esserlo oggi. È ciò che emerge da questa lettura piacevole ed intrigante.

Negli anni Novanta, quando in una serata festosa incontravi qualcuno che ritenevi “interessante”, non sapevi mai quando e come l’avresti rincontrato. Quelli erano gli anni in cui non c’era Spotify o YouTube e, se volevi ascoltare la tua musica preferita dovevi armarti di walkman e cuffia e/o duplicare le cassette dei tuoi amici. Si stava a casa nell’attesa della "famigerata telefonata" da parte del moroso o degli amici con i quali ci si organizzava per trascorrere il sabato sera. Non c’erano i social network e quando dovevi comunicare con i tuoi compagni di classe o amici di comitiva ci si ritrovava a scrivere lettere chilometriche, scritte a mano, nelle quali si dava libero sfogo ai propri stati d’animo, emozioni contrastanti, dubbi ed incertezze sul futuro desideri e passioni.

E poi c’era la famigerata Smemo sulla quale la protagonista, “una Fosca quindicenne” con costanza e perseveranza annotava tutto ciò che le accadeva e che riteneva degno di essere raccontato. Sul suo diario ritroviamo episodi emblematici accaduti a scuola o durante i weekend trascorsi al Nautilus, il famigerato locale nel Varesotto che negli anni Novanta era un punto di riferimento per tanti giovani. Era tra quelle mura che nascevano i primi amori durante le serate trascorse a bere e ballare la vera musica, quella delle band come i Nirvana, i Guns, gli Skid Row, i Rage Against the Machine che hanno lasciato il segno in molte generazioni passate e continuano a farlo anche in quelle d’oggi.

Quelli raccontati da Fosca sono anni folli, che si colorano di episodi di vita adolescenziale che fanno inevitabilmente sorridere perché sarà impossibile per il lettore non ritrovarsi a rispecchiarsi in essi con molta facilità. Trasudano momenti di vita vissuta a pieno. Da essi emergono tematiche e situazioni che sarà capitato a tutti di vivere sulla propria pelle come un incontro da batticuore, il tradimento di un amico, la delusione sentimentale che lascia il segno, la sbronza memorabile, la prima vacanza con gli amici in piena libertà. Tematiche come la conquista della propria autonomia e libertà, la costruzione della propria identità e le prime esperienze sessuali riguardano tutti.

Uno dei temi emblematici di “C’era una volta ed era la prima” è il bisogno di essere accettati e amati per ciò che si è, un bisogno molto sentito durante l’adolescenza, vissuto con ansia e tanti dubbi. Fosca racconta le prime cotte e l’esplorazione del sesso con spontaneità, senza filtri o artifizi. Questo diario si legge tutto d’un fiato con curiosità, interesse ed empatia. Durante la sua lettura non si può fare a meno di sorridere e piangere con e per la protagonista.

Un memorandum di un’età importante vissuta in un’epoca irripetibile e meravigliosa in cui si percepiva di più il valore dei legami umani, quelli che ci accompagnano durante la nostra esistenza e che ci formano o feriscono lasciando tracce indelebili e che fanno parte inevitabilmente del proprio percorso evolutivo personale.

Un libro che consiglio agli adolescenti di ieri e quelli di oggi e ai nostalgici dei mitici anni Novanta.

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