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L'ex-poliziotto che vende in tutto il mondo il suo software anti-ladri

Per 31 anni in divisa, ha scritto un programma che prevede i reati. Ha trovato finanziatori e partner come Ibm. E ne ha fatto un business

L'ex-poliziotto che vende in tutto il mondo il suo software anti-ladri

Mario Venturi ha fatto il poliziotto per 31 anni, fino a due mesi fa. Poi ha cambiato vita: adesso parla come un ingegnere, discute di data management e algoritmi, racconta del gruppo di lavoro dell'Ibm con cui sta collaborando, un team di tecnici che stanno tra il Canada e Dubai e con cui si comunica via skype o posta elettronica. Dalle stanze della Questura di Milano è passato a un palazzone d'uffici alla periferia della città che ospita aziende di informatica e start up. La sua, di start up, è appena nata. Si chiama Keycrime e ha un obiettivo: lanciare a livello internazionale la creatura di Venturi, un programma informatico in grado di prevedere rapine e altri reati.

L'ex poliziotto ci lavora da 10 anni: «da quando, all'ufficio prevenzione generale, quasi per caso, hanno iniziato a passarmi per le mani le denunce sulla rapine compiute in città». Era il 2007 e Venturi aveva già dietro di sè una lunga esperienza da poliziotto di strada. Prima, per cinque anni, sulle volanti; poi alla Digos, a occuparsi di estremisti di tutti i tipi: destra, sinistra, senza dimenticare i primi network di terroristi islamici in via di formazione. «Io con la divisa sono nato: mio nonno era carabiniere, mio padre Alpino della Julia, mia madre lavorava all'ospedale militare», racconta ridendo Venturi, friulano di Udine. «E in polizia ho voluto entrare a tutti i costi. Mi sono arruolato volontario anche se avrei potuto non fare nemmeno il militare, visto che papà è morto quando ero piccolo e gli è stata riconosciuta la causa di servizio». Alle prese con le rapine, soprattutto agli esercizi commerciali, Venturi inizia a raccogliere dettagli e particolari in un piccolo database che costruisce per passione, incuriosito dalle possibilità offerte dall'informatica. Nella memoria del computer finiscono le caratteristiche più semplici del reato: il quartiere, l'ora, il tipo di negozio preso di mira. E quelle più sofisticate, di cui Venturi parla meno volentieri, legate al comportamento e alle caratteristiche dell'autore. «L'allora questore accettò di applicare i primi risultati delle mie ricerche all'attività di prevenzione. Intanto, per conto, mio cercavo di continuare a migliorare il programma». Alla fine l'assistente capo (è l'equivalente dell'appuntato dei carabinieri) si ritrova a lavorare con un gruppo di cinque persone che si occupano di utilizzare il suo software. Nel frattempo, anche grazie alla sua applicazione, nella città di Milano le rapine sono scese dalle 664 del 2008 alle 278 del 2017 e il colpevole viene identificato nel 58% dei casi, contro il 10% di prima.

Gestire e sviluppare da solo il software, che la polizia usa in comodato gratuito, diventa però sempre più complicato. «Gli sviluppi nel campo dell'intelligenza artificiale aprono nuove prospettive: il software impara da solo, è in grado di adattarsi all'ambiente in cui lavora. E uno dei primi passi della nuova società è stato proprio un accordo con Ibm, che ci consente di utilizzare Watson, il suo sistema di intelligenza artificiale».

Il passo decisivo per l'addio alla polizia e l'inizio di un'altra vita è però un altro: «Vedevo i miei colleghi che andavano in pensione e cercavano di lasciare qualche cosa della loro esperienza. In molti quando se ne vanno decidono di scrivere un libro. Ecco, il mio libro è questo software. Anzichè esprimere conoscenze in forma soggettiva, lo fa in forma strutturata e formalizzata».

A dare una mano all'ex poliziotto diventato imprenditore è arrivato Luciano Balbo, pioniere del private equity in Italia, specializzato in impact investing, gli investimenti ad alto impatto sociale. Con il suo fondo Oltre Venture ha concesso un primo finanziamento da 1,2 milioni di euro e coordinato l'arrivo di altri soci: un secondo uomo di finanza, Giorgio Gandini, anch'egli specializzato in venture capital, e la multinazionale con base in Italia Sdg Group (750 dipendenti e 16 sedi in tutto il mondo), che si occupa di analisi dei dati e dei cosiddetti algoritmi predittivi.

Oggi l'ex poliziotto lavora insieme a una decina di giovani ingegneri a della nuova società è stato nominato numero uno, anzi, per usare il linguaggio del mondo degli affari internazionale, chief executive officer. Sul mercato, negli Stati Uniti, ma anche in Europa, esistono già prodotti informatici che affiancano le forze dell'ordine per prevedere i reati o individuarne gli autori. Software dai nomi evocativi come PredPol, utilizzato dal Lapd, il Los Angeles Police department e da altre 50 polizie in tutto il mondo; o come il Das, sviluppato da una società creata dal Nypd, la polizia di New York, e dal colosso informatico Microsoft. Quest'ultimo è in grado di collegare i dati in possesso dalle forze dell'ordine con le immagini riprese dalle migliaia di telecamere di sorveglianza pubbliche disseminate in giro per la città.

Eppure, nonostante la concorrenza, sulle prospettive di business di Keycrime (nome della società ma anche del software) Venturi non ha il minimo dubbio. «I miei competitor li conosco tutti. Ho appena passato tre giorni a Madrid per un convegno internazionale e li ho visti all'opera. Noi siamo migliori». I risultati del software sono stati, per così dire, certificati da un paio di ricerche, una dell'inglese Essex University e un'altra del National Bureau of Economic Research di Boston. «La differenza è che gli altri programmi lavorano su base puramente statistica. Si propongono di anticiparti dove, quando e che tipo di crimine sarà commesso. Noi puntiamo anche al come, grazie a un analisi delle modalità comportamentali dell'autore, ai suoi tratti psicologici. Gli altri hanno un approccio statico e noi dinamico». Per approfondire il comportamento degli autori di un crimine Keycrime raccoglie i dati dalle denunce ma utilizza anche delle interviste effettuate ad hoc, strutturate ed elaborate con l'aiuto di alcuni psicologi. «Entro pochi mesi saremo pronti per andare a proporre il software alle polizie di tutto il mondo. A tutte meno, come ovvio, la polizia italiana, che continuerà ad usarlo gratuitamente».

Nel frattempo, dice Venturi, «Ho un unico problema: quest'estate dovrò rinunciare a qualche passeggiata in montagna, la mia passione. Finanziatori e nuovi soci mi hanno obbligato a una full immersion di inglese.

Del resto se voglio andare a parlare con i miei ex colleghi di mezzo mondo, meglio che mi prepari come si deve».

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