Cronaca locale

Lodi

Cercava un bel ragazzo, un fidanzato, un tipo che le volesse un gran bene. Invece, lei, 21 anni, studentessa, bella da far invidia alle amiche, ha trovato tre scalmanati che l’hanno violentata.
Paola, la chiameremo così, qualche mese fa si iscrive ad una chat. Conosce diversi amici. Cede alle lusinghe di un giovane ventitreenne di Lodi. Gli molla il numero del suo telefonino cellulare. Devono vedersi, incontrarsi, divertirti. Magari trascorrere una serata a cena, in discoteca. Niente. Succede quello che nessuno può immaginare, prevedere, evitare. L’altra sera il giovanotto riesce a fissare un appuntamento. «Ci vediamo alle 20, fatti trovare sotto casa». Paola, vittima innocente, di questa storiaccia accetta: «Va bene, mi raccomando non farti attendere. Ho tanta voglia di vederti».
Il ragazzo ha tutt’altro per la testa. Invita due amici d’avventura, un suo concittadino di 18 anni ed un minorenne. I tre partono: destinazione Varedo. Alle 20 sono sotto casa di Paola. La studentessa s’insospettisce: «Perché sei venuto con due amici?», chiede. Risposta: «Non ti preoccupare andiamo a fare un giro poi a ballare. Sono bravi ragazzi. Garantisco io». La biondina si lascia convincere, e prende posto sulla Fiat Punto. È in trappola. Comincia il calvario. Il giovane alla guida raggiunge una strada sterrata in aperta campagna, dove la luce dei lampioni si dirada e non ci sono testimoni. La studentessa, capisce. È terrorizzata, ha gli occhi sbarrati. Non trova neppure il fiato per chiedere aiuto. I tre hanno la situazione in pugno. Possono fare quello che vogliono. Ormai è calato il buio. Cominciano a toccarla. Paola è come fosse paralizzata. I tre ormai sanno che la poveretta è indifesa e si abbassano i pantaloni. Le strappano i vestiti. In due la stuprano, mentre l’altro con un moderno cellulare riprende tutta la scena. Dovevano fare anche i bulli e magari mostrare «l’impresa» agli amici. Far vedere quello che erano stati capaci di combinare. Finite le violenze, scaraventano Paola fuori dall’auto. È sotto choc. Eppure trova il coraggio, vince la vergogna e confida quel segreto alla sua mamma. In ospedale i dottori confermano tutto. Quindi, racconta tutto al maresciallo dei carabinieri.
Il sottufficiale raccoglie anche il minimo dettaglio. L’uomo in divisa è discreto stila il verbale e comincia le indagini. Non c’è tempo da perdere. I tre potrebbero ripetersi. Vanno bloccati. Il sostituito procuratore della repubblica di Monza, dispone il sequestro del telefonino di Paola, le registrazioni della conversazioni avvenute. È fatta.
Ieri mattina alle 5 gli uomini del capitano Cataldo Pantaleo partono: due gazzelle e altrettante auto si mettono in viaggio. Destinazione: Lodi e Pavia. I tre, in un primo momento, fingono di cadere dalle nuvole. Continuano a negare. Ma le prove li inchiodano. Allungano i polsi per le manette. I militari dell’Arma se ne vanno anche con i loro computer.
Due sono rinchiusi nel carcere di Monza, mentre per il minorenne si spalanca il portone dell’istituto Beccarla di Milano. Per tutti, l’accusa è di violenza sessuale. Nei prossimi giorni dovranno raccontare la loro versione al magistrato. Ma sembra ci sia davvero poco da scoprire per i tre maniaci.

Di buona famiglia.

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