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Lombardia, il Tar riammette Formigoni "Avevamo ragione"

Accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento della Corte d’Appello e riammessa alle elezioni la lista "Per la Lombardia". Formigoni: "Riconosciuto che la nostra lista è sempre stata in corsa e non era fondata l’esclusione". Gli avvocati: "Il Tar non ha tenuto conto del decreto"

Lombardia, il Tar riammette Formigoni "Avevamo ragione"

Milano - Il Tar della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento di esclusione del listino "Per la Lombardia" legato al presidente della Regione Roberto Formigoni, ammettendo la lista alla corsa per le regionali previste per il prossimo 28 e 29 marzo. La camera di consiglio straordinaria si è riunita alle 9.30, dopo la presentazione di due ricorsi contro l’esclusione della lista dalla corsa elettorale. Il listino era stato bocciato nei giorni scorsi dalla corte d’appello di Milano a causa di irregolarità nella raccolta delle firme.

Formigoni: "Avevamo ragione" "Abbiamo dimostrato di avere perfettamente ragione. Il Tar ha riconosciuto che l’ufficio elettorale della Corte d’Appello dopo aver accettato la nostra lista non aveva più alcun potere di intervento, è quanto ho sostenuto in tutti questi giorni. Il Tar ha riconosciuto che la nostra lista è sempre stata in corsa e non era fondata l’esclusione". Questo il commento di Formigoni. "Il Tar si è limitato a ricostituire il diritto". "Non siamo stati riammessi - ha precisato - ma è stato riconosciuto che noi nella competizione ci siamo sempre legittimamente stati". La decisione della Corte di Appello di Milano che aveva escluso il listino di Formigoni dalle Regionali - ha commentato - ha "leso il nostro legittimo diritto di partecipare alla competizione elettorale in una regione dove governiamo da 15 anni e i sondaggi ci danno al 60%» delle preferenze".

Legali Pdl: "Tar non ha tenuto conto del decreto"
Il Tar della Lombardia non ha tenuto conto del decreto salvaliste, pubblicato questo pomeriggio nella Gazzetta ufficiale, nella sua decisione di accogliere il ricorso della lista per la Lombardia di Roberto Formigoni che di fatto lo riammette alla competizione elettorale del 28 e 29 marzo. Come ha spiegato uno dei legali del Pdl, Bruno Santamaria, "l’ordinanza è un provvedimento cautelare che non ha tenuto conto del decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri". La sentenza nel merito potrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana, stando alle notizie che trapelano dal Tar.

La Lista Penati valuta di impugnare la sentenza Tuttavia l’ordinanza appena pubblicata dal Tribunale amministrativo è impugnabile in sede di Consiglio di Stato e in queste ore i legali della lista Penati stanno valutando se ricorrere contro la decisione del Tar. Con questo provvedimento il presidente in carica della Lombardia, Roberto Formigoni, ha ottenuto di essere riammesso alle prossime elezioni regionali contrariamente a quanto deciso dalla Corte d’appello la scorsa settimana. Nella ordinanza emessa oggi si legge infatti che "l’ufficio centrale regionale presso la Corte d’appello di Milano è indubbio che avesse già espresso la sua decisione in termini di ammissione della lista in questione, come emerge dal verbale delle operazioni elettorali relative al controllo della lista Per la Lombardia".

De Corato: ha vinto il buon senso In Lombardia "ha vinto la linea del buon senso. E senza alcun aiutino". Così il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, commenta l’ordinanza del Tar della Lombardia. Secondo De Corato "i giudici amministrativi non hanno fatto altro che confermare quanto avevano già deciso quelli della Corte di Appello prima del ricorso dei radicali Che avevano infatti ammesso la lista Formigoni". "Sul decreto interpretativo - continua De Corato - è stato scatenato un incomprensibile can can. Se fosse stato incostituzionale il presidente Napolitano non lo avrebbe firmato. E lo stesso Cesare Mirabelli ha confermato che l’atto 'non è palesemente incostituzionale'. Come ha detto perfettamente il presidente della Repubblica si trattava di dare piena partecipazione ai diversi schieramenti politici. Un principio che dovrebbe stare sopra rispetto a timbri e cavilli e pur anche a errori formali". "Il decreto firmato da Napolitano - aggiunge - è stato solo un aiuto a interpretarne il vero spirito della legge. E difende il diritto di voto di tutti gli elettori, compresi quelli che scelgono la sinistra. Le raccolta delle firme è a garanzia che ci sia un elettorato pronto a votare una lista e che non sia fantasma. In Inghilterra si deposita, per esempio, una cauzione. Che viene incamerata dallo Stato se la lista non ottiene un minimo consenso. Giocare su timbri e cavilli per far fuori l’avversario più pericoloso - conclude De Corato - che è sostenuto da milioni di elettori, significa falsare la competizione". 

Regione Lazio La Regione Lazio solleverà davanti alla Corte Costituzionale un conflitto di competenza contro il decreto legge interpretativo approvato ieri dal governo. Lo ha annunciato il vicepresidente Esterino Montino, durante il sit-in di protesta del centrosinistra che si sta svolgendo a Roma a piazza del Pantheon. "Il decreto - spiega Montino ai giornalisti - non tratta solo di interpretazione ma introduce anche elementi di novità. Una sentenza della Corte Costituzionale del 2004 afferma che per le elezioni regionali sono competenti le Regioni. Domani ho convocato una Giunta regionale per le 19, una convocazione straordinaria per approvare una proposta di deliberazione con la quale si dà mandato ai nostri legali per adire alla Corte Costituzionale per capire se il decreto legge lede le prerogative della Regione.

Noi ci siamo costituiti presso il Tar sui ricorsi presentati dal centrodestra e in quella sede solleveremo il problema del conflitto di competenza".

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