Cronaca locale

Una maratona lunga un anno per battere diabete e obesità

L’idea lanciata da 56 pazienti che correranno nel 2007 a Milano con i loro medici curanti

Antonio Ruzzo

«Ho il diabete e allora?». Allora scommetti su una maratona potrebbe essere la risposta. Anzi per 56 «pazienti» obesi o affetti da diabete mellito (quello di tipo 2, non insulino dipendente) per il prossimo anno lo sarà di certo visto che l’obbiettivo è quello di partecipare (e finire) la prossima maratona di Milano. Una sfida lunga 42 chilometri e 195 metri ma non solo per loro visto che a sudare e a soffrire saranno anche molti medici curanti. L'iniziativa, chiamata «Io muovo la mia vita», coinvolge 18 centri antidiabete ospedalieri e universitari ed è stata realizzata da Diabete Italia con il coordinamento del professor Pierpaolo De Feo in collaborazione con il centro di medicina dello sport Marathon di Brescia diretto dal dottor Gabriele Rosa.
L’obbiettivo è uno solo: dimostrare l'importanza dell'attività fisica nella lotta contro questo tipo di patologie e che con uno stile di vita adeguato non tutti i pazienti con una glicemia «border line» debbano necessariamente far ricorso ai farmaci. Per farlo verranno applicati piani di allenamento personali ma comunque simili a quelli preparati per campioni come il keniano Robert Cheruiyot fresco vincitore della maratona di Chicago e testimonial di questa iniziativa.
Non sarà una passeggiata. I 56 aspiranti maratoneti, tra cui ci sono operai, impiegati, medici, giornalisti, dopo essersi sottoposti ad alcuni test funzionali, seguiti dai loro medici, inizieranno subito ad allenarsi. Due le tappe intermedie: riuscire a correre una 10 chilometri prima delle vacanze di Natale e una mezza maratona (21 km 0.97 metri) entro giugno. «È la prima volta, a livello mondiale - spiega Pierpaolo De Feo - che si esegue un programma di allenamento alla maratona per trattare obesità e diabete. Sulla base dei dati della letteratura sui benefici indotti dalla pratica regolare dell'esercizio aerobico è verosimile aspettarsi che i pazienti che riusciranno a completare il programma potranno avere un’importante riduzione del rischio cardiovascolare e, in alcuni casi, guarire dal diabete e dall'obesità». «La maratona - spiega il dottor Gabriele Rosa - è la sublimazione della corsa ma non è riservata solo ai campioni. I programmi di allenamento cambiano da soggetto a soggetto ma ogni persona è “allenabile”. In questo caso i vantaggi riguardano il controllo del peso, del diabete e della salute in genere che poi ha anche ripercussioni sul benessere psichico e intellettivo».

Nel progetto, che coinvolge medici e pazienti di tutta Italia, c’è anche una rappresentanza milanese guidata dal dottor Livio Luzi, ordinario di fisiologia e scienze motorie e responsabile di nutrizione clinica del San Raffaele: «Io già corro - spiega - e accompagnerò due persone di 29 e 41 anni obese. Il nostro scopo è dimostrare che con una attività fisica costante si può guarire e, nel caso di pazienti diabetici, in qualche caso anche sospendere l’uso dei farmaci».

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