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Maroni: "È stato evitato il morto" Un milione di danni e 135 feriti

Ieri la guerriglia dei black bloc. Oggi le accuse alle forze dell'ordine. Da Repubblica al Fatto i media progressisti accusano il Viminale di aver lasciato fare: "Tempi di reazione lunghi e farraginosi". Anche Bersani attacca Maroni: "Come è possibile tenere in scacco per ore il centro di Roma?". La sinistra finge di non vedere le violenze e scarica tutte le colpe sulla polizia. Ma Manganelli: "Erano criminali". VIDEO Pannella cacciato dal corteo FOTO Blindato in fiamme - Sontri in piazza VIDEO CHOC I black bloc distruggono una banca

Maroni: "È stato evitato il morto" 
Un milione di danni e 135 feriti

Un'accusa vigliacca serpeggia nelle ultime ore: la polizia ha lasciato fare, il Viminale ha adottato controlli soft, i black bloc hanno avuto mano libera di distruggere, spaccare e saccheggiare. Quello che stamattina viene mosso dai principali media progressisti è un vero e proprio insulto a tutte le forze dell'ordine che, ieri pomeriggio, si sono trovate a fronteggiare una guerriglia inattesa nel centro di Roma. Tuttavia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, respinge pubblicamente le accuse strumentali ringraziando le forze dell'ordine perché è stato proprio grazie a loro che "si è evitato che ci scappasse il morto. Il rischio era concreto perché i violenti si sono volutamente fatti scudo del corteo".

Il giorno dopo gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti a Roma, su Facebook compaiono le prime foto e i primi commenti su una possibile infiltrazione di poliziotti e carabinieri tra i violenti che hanno messo a ferro e fuoco le vie del centro della capitale. In un'immagine pubblicata sul gruppo "Indignados Italia" del popolare social network, è già scattata tra gli utenti la segnalazione di un uomo, cerchiato in rosso, che assiste inerme alla devastazione della vetrina di una filiale della banca Carime da parte di due giovani con il casco in testa. La didascalia che accompagna la foto recita: "Fate girare. Diamo un nome a questo signore cerchiato. Se è un poliziotto questo dimostrerà che tutto era preventivo". Ieri sera il comunista Paolo Ferrero è stato il primo a mettere sotto accusa quella che definisce una "tenaglia tra incappucciati e gestione assurda dell’ordine pubblico" che "ha impedito oggi la chiusura della manifestazione". Insomma, la colpa non va a violenti vestiti di neri e coi volti coperti, scesi in piazza col solo intento di ferire la Capitale, ma della polizia che si è trovata assediata e duramente linciata.

Le accuse sono tutt'altro che velate. Repubblica parla di "tempi di reazione lunghi e farraginosi" e di "nessun filtraggio significativo e nessun intervento sul corteo e nel corteo". I balck bloc, scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, "sapevano che l'organizzazione della manifestazione non era in grado, per ragioni anche politiche, di garantire un servizio d'ordine" e che "avrebbero dunque affondato come nel burro, da padroni violenti e minoritari di una piazza indignata ma pacifica". Non è da meno il Fatto Quotidiano che attacca: "La polizia osserva da lontano. Forse è una strategia, come giudicavano 'roba da froci' (anche questo abbiamo sentito) sfilare senza sfasciare vetrine e banche, senza menarsi con gli sbirri". Anche la politica non scherza. E subito cerca di trovare un capro espiatorio pur di non ammettere le proprio colpe. Subito il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha subito chiesto come "sia possibile che una banda di centinaia di delinquenti abbia potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro di Roma". Gli fa eco Giuliano Giuliani, padre del rivoltoso rimasto ucciso durante i disordini del 2001 al G8 di Genova, accusando le forze dell'ordine di essere state incapaci di "bloccare un centinaio di autentici delinquenti. Perché non lo hanno fatto?". Addirittura il finiano Italo Bocchino arriva a parlare di "teppisti inosservati" e di "silenzio complice" del governo che "genera sospetti".

Non accetta simile accuse il capo della polizia Antonio Manganelli che rocrda come le forze di polizia, che erano in piazza oggi a Roma per "garantire la libera espressione di un democratico dissenso", si siano trovate a fronteggiare "gruppi di teppisti criminali". Esprimendo "vicinanza e profonda solidarietà" agli uomini e alle donne in piazza, il capo della polizia ha tenuto informato fin dal primo pomeriggio il ministro dell’interno Roberto Maroni sull’andamento della manifestazione. Ma i sindacati non ci stanno e si accodano alle polemiche sollevate dalla sinistra. Il segretario generale dell’Ugl Polizia di Stato Valter Mazzetti ha parlato di "grave sottovalutazione da parte di Maroni" e ha accusato il Viminale di aver "distratto" i poliziotti negli stadi per le partite di calcio. "Dopo che le cose sono successe sono tutti bravi a dire cosa bisognava fare", replica il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano in una intervista alla Stampa.

Oltre alle polemiche, il giorno dopo restano i danni. Secondo una prima stima, molto approssimativa, la città avrebbe subito almeno un milione di danni". Una cifra che comprende sia i danni al trasporto pubblico sia le risorse per ripulire la città, cui si aggiungono i danni materiali: basti pensare che sono stati divelti 20 metri cubi di sampietrini. Proprio per questo, il sindaco Gianni Alemanno fa sapere che Roma si costituirà ancora una volta parte civile, non solo per i danni materiali ma per quelli morali.

"Ora mi auguro che non ci sia alcun buonismo e nessun permissivismo - tuona - bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali".

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