Cronaca locale

Da Mazzotta le visioni surreali di Boni

Attraverso la pittura, Piero Boni esce dalla realtà, rendendola sogno. Disegna mondi fantastici, surreali, tutti con la stessa tecnica: olio su tela. Non è un artista di cui si possa notare un vero percorso, una storia, un'evoluzione: Boni è notaio di professione, pittore per interesse, per passione, per vocazione. In mostra, alla Fondazione Mazzotta fino al 2 novembre, un'antologica sull’artista, nato a Senigallia nel 1936 ma vissuto fin da piccolo a Bergamo. Se è vero che i sogni sono una nostra rappresentazione della vita, ecco che Boni nei suoi quadri trova la verità e la rende figura, immagine fantastica. Ha inventato due mondi, il pianeta Giò e il pianeta Artù. Il primo è migliore di quello terreno, ma con ancora forti richiami alla vita che conosciamo. Artù, invece, è il mondo perfetto in assoluto, qui non esistono preoccupazioni. Percorrendo le sale della mostra si compie un vero e proprio viaggio, immaginifico e surreale: ora nel Tempio del Pianeta Giò (Pianeta Giò. Il tempio, 1986, 120x122), ora una scalata sull'Orcilla, monte del pianeta Artù (La scalata dell'Orcilla, vetta stratosferica del pianeta Artù, 1990, 114x160), ora su una canoa in un lago, vicini ai "raggi solidificati" del pianeta Giò (Pianeta Giò. Raggi solidificati, 1992, 140x140). I titoli sono fondamentali per l'artista: introducono all'opera spiegandone in parte il senso. Se sono forti i richiami a De Chirico, ad esempio nel paesaggio del quadro «Pianeta Giò. Nuotata sul lago Sereno» (1992, 87,6x180), in cui un estemporaneo orologio in primo piano apre la scena verso un paesaggio ampio, dove una figura nuota, mentre altre tre sostano su un pontile, in Boni ci sono anche quadri che rappresentano ed esprimono azione, come «Lotta di galli», sempre ambientata sul Pianeta Giò o, ancora qui, una supposta lezione scolastica, con «Apprendimento senza riprovazione (scuola senza bocciature)», (1995, 101x 155cm). Una mostra nella quale si entra perfettamente in contatto col mondo dell'artista, che resta sempre in bilico tra astratto e figurativo: ogni quadro è come un viaggio, che il pittore per primo inizia disegnando i bozzetti di quello che poi saranno le opere finali, alcune delle quali sono esposte in mostra.
Piero Boni
Fondazione Antonio Mazzotta
fino al 2 novembre
Info: 02-878197
www.

mazzotta.it

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