I danni che provoca l'amianto il dottor Ugo Pastorino li conosce bene. Dirige la divisione di chirurgia toracica di via Venezian, è specializzato in tumori polmonari e ammette: «Di casi ne vediamo tanti perché si concentrano tutti nei centri specializzati, come l'Istituto dei tumori».
Dottor Pastorino, perché l'amianto è pericoloso?
«Perché nella sua fase volatile è cancerogeno».
Quali patologie può provocare?
«L'absestosi ad esempio, che è una malattia cronica, specifica però solo di chi lavora nel campo dell'amianto perché richiede una grossa esposizione. E poi c'è il mesotelioma, cioè il tumore della pleura che invece non colpisce solo chi ha lavorato a stretto contatto con l'amianto».
Perché?
«Le fibre inalate con la respirazione passano attraverso il polmone e si annidano nella pleura provocando il tumore della stessa. Ma purtroppo per questo tipo di tumore non è importante la quantità dell'esposizione quanto piuttosto la capacità delle fibre di arrivare nella sede critica».
Quanto tempo impiega per manifestarsi?
«C'è un lungo periodo di latenza, tipicamente tra i 30 e i 40 anni dall'esposizione».
Quali sono i primi sintomi?
«Il mesotelioma si manifesta attraverso la mancanza di respiro, provocata dall'accumulo di liquido nella pleura, oppure attraverso un dolore localizzato in una parte specifica del torace, o la tosse. In alcuni casi questi sintomi si possono associare in maniera combinata, magari non in modo grave ma progressivo. Persistono e lentamente si aggravano, ma soprattutto si manifestano quando la malattia è già abbastanza grave».
A quel punto cosa si può fare?
«Purtroppo molto poco, perché le cure di cui disponiamo sono quasi sempre di tipo temporaneo e palliativo. Ma non bisogna creare allarmismo perché solo l'amianto libero nell'aria è pericoloso, l'importante è procedere alla bonifica in modo professionale».