Economia

Il merito del governo? Non intromettersi

Sergio Marchionne ha ripetuto che la Fiat vuole investire venti miliardi in Italia. Ha solo chiesto di avere più affidabilità e più normalità in fabbrica. Ha detto che non vuole aiuti o incentivi. E ha detto che su tutto questo vuole un sì o un no. Non altri discorsi. Ovviamente l’interlocutore è il sindacato che per le sue rigidità ha reso l’Italia l’unica area del mondo dove la Fiat è in perdita.
La sinistra dice che il governo fa poco. Alcuni sostengono che il governo sia assente. Notare che a sinistra nessuno si degna di dire cosa dovrebbe fare, salvo constatare che da anni il sistema italiano non è attrattivo nei confronti delle imprese. Meno male che, dopo anni di collateralismo con il sindacato meno moderno dell’Europa, se ne sono accorti.
Siccome da sinistra non dicono cosa dovrebbe fare il governo, lo diciamo noi: nulla. Primo, perché la proposta di Marchionne deve essere risolta tra la Fiat e il sindacato. Il governo, in questo caso, e lo sta facendo con l’opera del ministro Maurizio Sacconi, può fare quella che si chiama moral suasion. Si chiama così perché, appunto, è qualcosa di morale, è un invito, un’esortazione che, quindi, si rimette nelle mani del destinatario che può accettarla o no. Secondo, tutti sanno che anche se il governo volesse fare qualcosa l’Unione europea non glielo consentirebbe. Non potrebbe dare i soldi alla Fiat, non potrebbe concedere particolari agevolazioni fiscali, non potrebbe intromettersi nella definizione del contratto di lavoro di Pomigliano d’Arco.
Fin qui il diritto, ma poi: dove sono finiti tutti quei liberali (anche Massimo D’Alema si proclamò tale un giorno da Londra) che per anni hanno sostenuto che in questo Paese ci voleva più concorrenza e che non bisognava dare soldi a fondo perduto più o meno mascherati alle aziende? Cosa ci voleva o chi ci voleva per smascherare il giochino di chi dice di volere un mercato efficiente, ma poi alla prova dei fatti torna indietro? Forse ci voleva uno come Marchionne che ha fatto un ragionamento semplice: siccome i soldi ce li metto io, avrò almeno diritto a dirvi di che cosa ho bisogno perché quei soldi non finiscano a Ramengo? Da quanto tempo avremmo voluto sentire la Fiat parlare così. Quanti politici nei comizi hanno raccolto applausi (a destra e a sinistra) sostenendo che troppi soldi erano stati dati alla Fiat o agli Agnelli.
Ora che la situazione è cambiata, che finalmente qualcuno parla chiaro e dice cose che un liberale non può che salutare con entusiasmo, speriamo che il governo mantenga il coraggio di starsene da parte. I mercati, per fortuna, non sono pilotabili dai governi.
In Italia c’è stata una stagione lunga nella quale si è pensato che fosse vero il contrario. Ebbene, quella stagione aveva portato la Fiat a non essere più competitiva sul mercato e noi a pagare ancora oggi i debiti contratti da politiche economiche e sociali dissennate.
Come sarebbe bello se in Italia quello che sta dicendo Marchionne lo dicesse anche qualche politico.

Per la verità Silvio Berlusconi su questo punto ha parlato chiaro, non c’è che continuare.

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