Cronache

Mettiamo un cappello all'estate (e non solo)

Il sole che picchia sulla capoccia frigge il cervello, con grave pregiudizio per il medesimo

Mettiamo un cappello all'estate (e non solo)

Le battute non si contano. La più scema: a certi uomini la testa serve soltanto per appendere il cappello. Forse è vero, ma ho l'impressione che il suddetto cappello sia talmente in crisi d'aver azzerato anche le freddure. Nella cattiva stagione la gente per coprirsi il capo ricorre a berretti, coppole e stracci di vario tipo tranne che al classico cappello, quello di cui un signore non poteva fare a meno, se non altro per scappellarsi ogni volta che si trattava di salutare con enfasi, e ostentato rispetto, qualcuno o qualcuna. È quasi scomparso l'accessorio in questione e, di conseguenza, è mutato il costume che ha soffocato le vecchie buone maniere.

Giungono ogni giorno pessime notizie per i nostalgici: Borsalino, il cappellaio più famoso del mondo, è in difficoltà. Oddio, che tristezza. Speriamo che la fabbrica torni ad essere ciò che è sempre stata, la migliore produttrice di capricapi di tutte le fogge, altrimenti saremo invasi da ogni bruttura: cuffie, turbanti, cappucci, colbacchi, passamontagna, paraorecchie e analoghi stravaganti orrori. Personalmente, dispongo di una discreta collezione di Borsalino, che hanno il pregio di non sciuparsi mai, alcuni sono addirittura pieghevoli e in grado di tornare in perfetto stato dopo averli tolti dalla tasca del soprabito.

Essi sostituiscono egregiamente l'ombrello, oggetto ingombrante, fastidioso qualora sgoccioli e facile preda di ladruncoli che, se colti in flagrante, si giustificano così: pardon, mi sono confuso col mio. Sicché non li puoi neppure prendere a calci nel didietro. Il problema dei descritti cappelli è che, se non li occulti in saccoccia, ma li appendi all'attaccapanni, rischi di dimenticarli. Scocciante ricomprarli, dato che costano assai; senza contare che non sempre riesci ad acquistarne di uguali a quelli smarriti.

D'estate la maggioranza degli uomini va in giro con i capelli o la calvizie al vento, e sbaglia. Il sole che picchia sulla capoccia frigge il cervello, con grave pregiudizio per il medesimo, bisognoso, invece, di rimanere fresco onde non peggiorarne il funzionamento. Ecco perché porto il Panama, quando cammino a piedi, considerandolo comodo ed elegante, forse un po' demodé benché, ultimamente, spicchi di nuovo su un numero non esiguo di zucche. Ottimo segno, che tuttavia non sopravvaluto conoscendo l'attuale, inarrestabile tendenza alla sciatteria dei nostri simili, specialmente di genere maschile.

Nel mio piccolo tento volentieri di arginare il massacro dell'estetica.

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