Cronaca locale

Addio militari a cavallo «Esiliato» a Vercelli il reggimento Voloire

Il trasloco dopo otto anni di Strade sicure L'amarezza in caserma: «Un grosso errore»

Michelangelo Bonessa

Addio Voloire. A nulla sono valse le proteste. L'ultimo reggimento operativo dell'Esercito lascerà Milano. E pare che il trasloco avverrà, forse per un beffardo scherzo del destino, in corrispondenza della triste ricorrenza dell'8 settembre. Non è nemmeno l'unica coincidenza sul calendario: la notizia del trasferimento nella caserma Scalise di Vercelli è stata ufficializzata proprio in questi giorni, cioè a 8 anni esatti dall'inizio dell'operazione Strade sicure. E per molti non si tratta che di una manovra per lasciare posto ai 3mila migranti ospitati in città. Una scelta molto contestata, anche se apparentemente irrevocabile, da più parti. Ad annunciare la cacciata degli artiglieri a cavallo, il generale di divisione Camillo De Milato: «Dopo sei generazioni di milanesi che hanno visto i soldati con il famoso copricapo kepi, l'ultimo reggimento operativo lascia la seconda città d'Italia. Ha lavorato egregiamente durante Expo. Forse in questo periodo, con maggiori rischi di attentati, il trasferimento poteva essere rinviato. Comunque, un pezzo di storia ci lascia, peccato per Milano». «È una vergogna - tuona Riccardo De Corato, Fdi - la scorsa amministrazione non ha mosso un dito, nonostante il 21 luglio 2015 io abbia presentato a Palazzo Marino una mozione per chiedere al Comune di adoperarsi presso il Governo e il Ministero della Difesa per evitare il trasferimento: è stata approvata all'unanimità il primo ottobre, ma poi è rimasta nel cassetto».

E la reazione del colonello Piero Sandoli, storico portavoce dell'associazione nazionale delle Voloire, è ancora più dura: «Una decisione sbagliata sotto ogni aspetto e di cui è responsabile quell'incipiente, per non dire direttamente buffone, del Capo di Stato Maggiore della Difesa: la motivazione ufficiale sarebbe quella di ottenere dei risparmi, ma abbiamo appena presentato un esposto alla Corte dei Conti per dimostrare che si sta creando un danno all'Erario da tre milioni di euro all'anno». Dovendo utilizzare militari non di stanza, le indennità da versare ai soldati saranno quadruplicate. E il documento portato all'attenzione dei magistrati non è nemmeno l'unico: nelle prossime settimane ne sarà presentato un altro che accusa direttamente il vertice delle forze armate. L'ultimo sfregio alla storia del capoluogo lombardo e alla sua sicurezza non è stato ostacolato nemmeno dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, che in un colloquio riservato ha spiegato di non potersi opporre (pur rappresentando la Repubblica) a quanto stabilito dagli alti graduati romani. E nonostante la grande professionalità dimostrata dai militari delle Voloire nel partecipare all'operazione Strade sicure iniziata il 4 agosto 2008. Da quella data a oggi migliaia di militari hanno garantito la protezione di Expo 2015, così come dei cantieri della Salerno Reggio Calabria. E tutt'ora ci sono 7mila soldati distribuiti in 51 province. I risultati raggiunti parlano da soli: 15mila persone arrestate, 14mila denunciate, 2,5 milioni controllate, più il sequestro di oltre due tonnellate di sostanze stupefacenti, di 12mila veicoli e 720 armi. Anche la presenza di aree più che adatte all'addestramento dei reparti anfibi delle Voloire non è bastata. Eppure l'Idroscalo e l'Ippodromo hanno ampie zone in decadenza che potrebbero essere valorizzate proprio da un uso continuo da parte dei militari.

A Roma però non importa di Milano.

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