Cronaca locale

Affitto scontato al ristorante e scontrino di favore ai politici

Al "Papà Francesco" il Comune ha tagliato il canone di locazione. Ed ecco il conto dell'assessore D'Alfonso: il pranzo da 36 euro a 10

Affitto scontato al ristorante e scontrino di favore ai politici

Riceviamo e pubblichiamo

"L’articolo di cui si chiede correzione e rettifica, con ricostruzione falsa ed errata dei fatti riportati, ha leso gravemente l’immagine personale del sig. Paolo Bonomo proprietario del ristorante “Papà Francesco”, determinando altresì grave nocumento alla reputazione professionale e all’attività da questi svolta. In particolare nello scritto si allude espressamente alla sussistenza di un asserito (inesistente) rapporto illecito tra il ristorante “Papà Francesco” e l’Amministrazione comunale, con l’affermazione che in ragione di pretesi (mai avvenuti) sconti per pasti consumati da esponenti politici del Comune di Milano, il ristorante avrebbe beneficiato di una riduzione dei canoni per l’immobile occupato. Tali affermazioni non rispondono al vero giacchè la quantificazione del canone di locazione del ridetto immobile è stata oggetto di un lungo contenzioso tra l’Amministrazione e il ristorante esauritosi con una transazione del tutto legittima; la Giunta non ha mai beneficiato di particolari sconti pasti consumati nel ristorante “Papà Francesco” e inoltre risulta del tutto inverosimile che lo scontrino citato dal giornalista possa essere riferito proprio al pranzo consumato dall’assessore D’Alfonso e non a quello di diverso avventore.

Vieppiù anche qualora così non fosse tale circostanza non potrebbe certo consentire di collegare tra loro vicende completamente differenti- il pasto di un assessore e una transazione legata a un annoso contenzioso tra il ristorante e l’Amministrazione locale- alludendo alla sussistenza di presunti accordi illeciti tra le parti per il sol fatto che un rappresentante dell’Amministrazione abbia eventualmente beneficiato di uno csconto (per cifre irrisorie) su un singolo pranzo."

I commercianti di Galleria e dintorni non hanno digerito lo sconto sull'affitto a «Papà Francesco», il ristorante a due passi da Palazzo Marino che all'ora di pranzo si trasforma in una mensa deluxe per giunta e staff del sindaco. Una liason che dura dal 2011, celebrarono il primo Consiglio dell'era Pisapia con una «risottata arancione».

Come non capirli, l'ex sindaco Moratti aveva provato nel 2007 ad adeguare il canone d'affitto ai valori di mercato, con un salto da 80mila a 281mila euro l'anno. Importo determinato dall'Agenzia de territorio, sulla base di una perizia. Di fronte al no e ad azioni legali, a marzo 2011 scattò la procedura di sfratto. Ma a giugno la Moratti andò a casa e l'operazione subì un freno.

Settimane fa, come abbiamo denunciato, anche per non correre il rischio di svuotare i locali in concomitanza di Expo - ma Pisapia ha avuto 3 anni di tempo, non serviva arrivare alla vigilia - è stato raggiunto un accordo bonario tra Comune e titolari, che hanno avuto tempo nel 2013 di ottenere il marchio di bottega storica e strappare il 10% di sconto. Rinunciando a una porzione della cantina (praticamente un costo aggiunto, i vicini chiedono da tempo lo stesso favore), «Papà Francesco» ha potuto rinnovare il contratto per 18 anni a un canone di 220mila euro invece dei 280 previsti. E ora negozi ed esercizi vicini chiedono lo stesso sconto. Prima e dopo la nostra denuncia, si sono improvvisati 007. Lo sconticino era nell'aria, a furia di vedere giunta e dirigenti a tavola.

Li hanno fotografati in crocchio anche la mattina in cui è uscito il nostro articolo sul Giornale. Il 21 febbraio avevano raccolto uno scontrino (nella foto) lasciato dall'assessore al Commercio D'Alfonso: coperto 3,5 euro, entrecote 25 euro, 5 per l'acqua . Totale: 36,5 euro. Compare la voce sconto: 26,5 euro. Dunque, ne ha pagati solo 10. Sarà una tantum? Il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale attacca: «Se il locale dove pranzano i vertici del Comune ha avuto lo sconto del 10% sulla tariffa fissata nel 2008 perchè gli affitti sono calati, va applicato a tutti gli esercizi in affitto dal Comune. Niente favoritismi o ci saranno ricorsi».

E dopo le critiche alla giunta di Basilio Rizzo (Sinistra x Pisapia), ieri un altro consigliere di maggioranza, Raffaele Grassi (Valori) ha presentato un'interrogazione per sapere «i criteri che hanno portato all'accordo, i motivi di un contratto di 18 anni e perchè non è stato fatto un bando».

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