Cronaca locale

Agenzia Ue al Pirellone Sì di Fi, Pd e centristi E il Consiglio cerca casa

Resistenze leghiste ma la giunta va avanti Sfratto per il parlamentino se Milano vince

Alberto Giannoni

La Lega si dice contraria ma il governatore va avanti come un treno. L'operazione dunque non si ferma e l'Ema potrebbe davvero trovare casa, almeno provvisoriamente, nel grattacielo più famoso di Milano, il Pirellone, oggi sede del Consiglio regionale.

Il trasloco dell'Agenzia europea del farmaco, in fuga da Londra dopo la Brexit, è una manovra complicata, ma i tempi sono ristretti, già a maggio ci sarà il verdetto sulle candidature dopo l'esame dei vari dossier. E questo giustifica la «fretta» del presidente della Regione, Roberto Maroni, che già oggi sarà a Londra insieme al sindaco, Beppe Sala e al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, per parlare del ruolo di Milano nel post-Brexit in un incontro organizzato dall'Ambasciata nel Regno Unito nella sede londinese di Bloomberg. «È l'unica possibilità, non c'è alternativa» ha detto ieri Maroni, spiegando che l'alternativa è «fra vincere e perdere». Comune, Regione e governo nazionale sostengono la candidatura di Milano, che chiede di ospitare l'Ema. Ma servono certezze e possibilmente una sede prestigiosa. Da qui l'idea del Pirellone, che il governo ha chiesto a Maroni. Il governatore, a sua volta, ha sondato i gruppi, per capire se l'ipotesi riscuoteva un consenso di massima. Ed è emerso un favore piuttosto trasversale. Chi si è messo di traverso, paradossalmente, sono i leghisti, notoriamente allergici a questo assetto europeo, tanto da organizzare davanti al Pirellone una pittoresca manifestazione di protesta con tanto di cappio. Contrarissimo allosfratto del Consiglio regionale il vicepresidente Fabrizio Cecchetti, secondo il quale la democrazia deve prevalere sulla «burocrazia» europea. «Il Pirellone «non si tocca, senza se e senza ma» - ha detto. Insomma, «Maroni ci ripensi». Contraria, ma più sfumata, anche la posizione del capogruppo Massimiliano Romeo: «Non c'è nessun veto» ha spiegato, aggiungendo che «trasformare il Pirellone nella sede dell'Ema non è un bel segnale, anche in vista del referendum sull'autonomia». Nella Lega, però, Maroni non è isolato. Pragmatica l'idea del presidente di Municipio 4, Paolo Bassi: «Se l'Agenzia europea del farmaco venisseassegnata a Milano e il Consiglio regionale dovesse provvisoriamente cambiaresede, perché non portare il nostro 'Parlamentò in periferia?» ha chiesto, indicando una soluzione-simbolo, la «Trecca», vale a dire le Case bianche di via Salomone visitate sabato dal Papa. Un'idea condivisa anche dal capogruppo in Comune, il «salviniano» Alessandro Morelli, che ha comunque sottolineato come la Regione sia intervenuta «per salvare il salvabile» per portare a Milan a causa delle «mancanze del Comune che con il sindaco Sala si sforza per prendere i titoli sui giornali piuttosto che lavorare per portare a casa il risultato». Sala, intanto, fa sapere di essere favorevole alla soluzione-Pirellone anche definitiva. Bene l'agenzia del farmaco ma a Milano, meno bene il governo, dice in particolare il capogruppo di Fdi Riccardo De Corato: «Non abbiamo un'affezione di principio per il Pirellone, ma il modo con cui il Governo sta gestendo la candidatura è confuso era ffazzonato. Ne sta facendo un boomerang».

Favorevolissimi sono i centristi di Lombardia popolare, a partire dal presidente Raffaele Cattaneo: dare provvisoriamente il Pirellone - dice - sarebbe un grande gesto di generosità verso il nostro territorio». E anche Forza Italia è favorevole. «Un'occasione anche in termini di indotto e giro d'affari - spiega il capogruppo Claudio Pedrazzini - anche se vorremmo che, spostando gli uffici a Palazzo Lombardia, l'aula del Pirellone fosse comunque riservata al Consiglio».

Ok anche dai 5 Stelle, se il governo darà l'election day fra Comunali e referendum.

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