Cronaca locale

Alfano tende la mano alla Lega, per Albertini una corsa in salita

Alfano tende la mano alla Lega, per Albertini una corsa in salita

Gabriele Albertini è l'uomo che sarà scelto dal Pdl? Il segretario nazionale, Angelino Alfano (nella foto), parlando delle elezioni in Lombardia dice: «Non abbiamo ancora deciso, lo determineremo la prossima settimana». A In1/2h su Rai3 aggiunge altre due considerazioni: «Stiamo valutando le primarie. Io sono sempre per farle: mai più scelti dall'alto ma spinti dal basso». Infine, e non in ordine d'importanza, l'invito alla Lega perché si trovi un'intesa: «Maroni gode della mia personale stima oltre che della mia amicizia. Mi auguro che si possa gareggiare insieme piuttosto che contro. Spero che si possa trovare un accordo perché con la Lega abbiamo governato bene, le eccellenze in Lombardia le abbiamo raggiunte insieme». Parole che giungono alla vigilia di un consiglio federale decisivo.
Battagliero Gabriele Albertini. «La Lega da sola è quello che ho sempre pensato. Ho sempre preso sul serio le dichiarazioni di Maroni e considero la scelta coerente con la raccolta firme fatta di recente». L'ex sindaco è sicuro di avere delle chance: «Secondo i sondaggi Maroni parte terzo, con un certo distacco». Fair play: «La sua abilità gli permetterà di guadagnare posizioni. Gli auguro buona fortuna». Ma sulla candidatura di Albertini è nato un piccolo giallo. In un'intervista a Libero, l'europarlamentare spiegava: «Io accetto la candidatura solo se c'è il progetto per comporre ciò che si può del Ppe italiano e dei movimenti di opinione che si stanno affermando, come Giannino e Montezemolo». Se non una retromarcia, almeno uno stop. Ma la correzione di rotta è avvenuta via twitter. Il candidato cinguetta e rassicura: «Andiamo avanti con la lista per costruire con il contributo della società civile una Regione Lombardia sempre più vicina ai cittadini».
Un altro tema sono i rapporti con l'Udc e con la stessa area che ha firmato l'appello a sostenerne la candidatura. Albertini critica la presa di posizione dell'Udc in favore di Umberto Ambrosoli come una scelta «aritmetica e non politica». E spiega: «Dal punto di vista politico, l'Udc è più vicino al nuovo Pdl che si sta delineando con il dopo Berlusconi. Per questo penso che la scelta dell'Udc sia dettata dai numeri, altrimenti non mi spiego perché in Europa continua a stare con il Ppe e non passa con l'S&D. La partita è ancora aperta».
In effetti nell'Udc i malumori non mancano. Il partito è spaccato tra chi ha preso posizione per il candidato di sinistra, Ambrosoli, come Enrico Marcora e Savino Pezzotta, e chi ipotizza di sostenere Albertini. Gianmarco Quadrini, capogruppo dell'Udc in Regione, è chiaro: «Ribadisco che la posizione di Marcora non è quella dell'Udc. È una posizione personale, comprensibile, ma non è la decisione del partito, perché il partito non ha preso alcuna decisione». Ma se lo stesso Pierferdinando Casini ha definito Ambrosoli «un candidato coi fiocchi»? Quadrini risponde: «Albertini ha una spiccata personalità. E non è una candidatura debole. Lo diventa se si lascia schiacciare da una marchiatura del Pdl e leghista. E poi anche a sinistra la presenza di Sel e Idv rappresenta un problema».
In concreto il primo ostacolo sulla strada di Albertini sono le primarie. L'ex sindaco, almeno fino ad oggi, si è sempre detto contrario. Maroni, invece, aveva proposto primarie di coalizione agli alleati, per mettere a confronto i candidati di Pdl e Lega.

E ieri è arrivata anche l'accelerazione di Alfano.

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