Cronaca locale

Allarme furti a Milano: ecco le strade della paura

Da Lambrate allo Stadera, dalla Barona a viale Umbria Sono qui le zone a più alto tasso di colpi in casa e negozi

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Furti generici? L'espressione a Milano risulta come «non pervenuta». Sotto la Madonnina, infatti, ci distinguiamo eccome per due ben precise peculiarità nel campo: una «flotta» di abilissimi topi d'appartamento che colpiscono preferibilmente in grossi complessi residenziali o, in maniera mirata, in magioni prestigiose, uniti a un altrettanto corposo reggimento di truffaldini ammaliatori di negozianti e commessi, decisi a tutto pur di non varcare la soglia dell'uscita della boutique o della rivendita a mani vuote.

Se infatti l'attuale «fotografia» dell'Istat sulle denunce per furto - 7.837,2 ogni cento abitanti - presentate alle forze dell'ordine della nostra città nel 2014 (ultimo anno per cui l'Istituto nazionale di statistica rende disponibile le cifre complete per ogni Comune della nostra penisola, ndr) il vero annus horribilis per i furti a Milano è stato il 2012. Quando il totale dei crimini denunciati a polizia e carabinieri diminuì del 7 per cento, ma, soprattutto confrontando i dati con quelli dei quattro anni precedenti, ci fu una vera e propria impennata di furti in casa (21.591: nel 2008 erano poco più di 14.500) e nei negozi, così come di rapine in appartamento (263: + 40 per cento), per strada e, soprattutto, nelle attività commerciali (+ 23 per cento). In realtà in questi anni, e lo dimostrano una serie di inchieste che stiamo facendo proprio da qualche mese qui al Giornale parlando con i dirigenti dei commissariati cittadini e gli ufficiali che comandano le compagnie dei carabinieri che gravitano sul territorio milanese, insieme ai comandanti di stazione dell'Arma che hanno il vero e proprio polso della situazione, per quel che riguarda appunto le tipiche «specialità» milanesi - furti in casa e nei negozi - si è registrata una leggerissima flessione.

Un elemento che non può non mettere in discussione la lettura dell'ormai - ce ne scusiamo, soprattutto con l'Istat - «lontano» 2014. Certo, le zone dove si ruba in maniera sistematica da sempre ci sono eccome. Ed è inutile sottolineare che si tratta perlopiù di aree dove imperano i cosiddetti «casermoni», gli stabili a edilizia popolare. Naturalmente c'è anche ci cita casi di furti in hotel superlusso dove erano in corso mostre di gioielli di prestigio, o i dipinti fatti sparire dai corridoi di un ospedale, tele regalate da sostenitori della struttura o da veri e propri filantropi. C'è anche chi, per dirla nuda e cruda, la «leggerissima flessione» dei furti nell'ultimo periodo non l'ha proprio avvertita. Anzi. «Confermo il picco di furti del 2012 e del 2014 - ci spiega un funzionario della questura di Milano con una grossa esperienza sul territorio e una visione piuttosto ampia della realtà cittadina-.

Così come posso senz'altro affermare con certezza assoluta che se durante l'Expo non c'è stata un'escalation di furti (o, comunque, non c'è stato il picco di reati che ci saremmo aspettati) subito dopo, a novembre, in zone come il Gratosoglio, il quartiere Stadera, Lambrate, la Barona, ma anche in viale Umbria, è cominciato un vero e proprio stillicidio di colpi in appartamento. E, naturalmente, di reati predatori per strada, scippi che si trasformano in rapine»

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