Cronaca locale

Allarme sangue, l'influenza "stende" i donatori

Appello dei medici: «C'è carenza, basta un'aspirina o un antibiotico e non si può donare»

Allarme sangue, l'influenza "stende" i donatori

Entrata libera dalle 7,30 alle 14,30, indirizzo via Francesco Sforza, 35. Basta aver fatto una leggera colazione: caffè, qualche biscotto secco e un succo di frutta e chi è di sana e robusta costituzione può mettersi a disposizione per donare il sangue. Siamo al padiglione Marangoni del Policlinico. È da qui che arriva un appello straordinario per trovare nuovi donatori.

L'influenza, che ha già causato lunghissime code nei pronto soccorso, ha una conseguenza anche sulle sacche per le trasfusioni: i donatori cadono sotto i colpi di febbre e antibiotici e così non possono più presentarsi per offrire il proprio aiuto. Non solo: anche le persone che hanno bisogno di trasfusioni regolari prendono l'influenza e, da malate, hanno bisogno di un quantitativo di sangue maggiore del solito, a volte anche doppio.

Spiega Cristina Manera, biologo dirigente al Centro trasfusionale del Policlinico, da sempre in prima linea nel settore: «Basta un raffredore, prendere l'aspirina o un farmaco e non si può più donare. Adesso, con il picco di influenze, chi prende gli antibiotici deve aspettare una settimana e se è sotto influenza non può donare. A costoro si sommano le persone che sono andate al mare a Rimini o a Riccione: anche in questo caso bisogna aspettare perché lì c'è stata l'influenza della zanzara tigre». Esiste poi un'altra causa che porta alla carenza di sangue in questo particolare momento dell'anno: «Se hai le transaminasi alte perché per Natale e per le feste hai mangiato troppo, devi stare fermo. Per tutte queste ragioni abbiamo bisogno di rimpinguare le nostre frigoemoteche».

La carenza di sangue al Policlinico ha sempre un andamento stagionale. Prima di Natale, per esempio, forse proprio perché tutti ci sentiamo più buoni, c'è stato un boom di donazioni e gli operatori dell'ospedale hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. La settimana prima del 25 dicembre erano arrivate fino a 200 persone in un solo giorno per donare il sangue. «Adesso siamo in scarsità - è l'allarme di Manera -. Abbiamo anche la pediatria neonatale e tanti bambini prematuri e talassemici che seguiamo dalla nascita. E ricordo che serviamo anche lo Ieo, l'Istituto europeo di oncologia, con tutti i suoi interventi».

Se questo è un momento di allarme, il bisogno di sangue naturalmente vale tutto l'anno. Spiega ancora Manera: «Abbiamo tanti donatori e in passato siamo sempre stati autosufficienti. Invece adesso dobbiamo chiedere il sangue a Bergamo e a Lodi. Per questo abbiamo bisogno che soprattutto i ragazzi giovani, dai 18 anni in su, siano incentivati a venire a donare». Chi è in salute può donare fino ai 65 anni.

Gli uomini possono farlo ogni tre mesi, le donne di solito ogni sei.

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