Cronaca locale

Alle radici di Milano: è la città paleocristiana

Si inizia dal I, II e III secolo d.C. per arrivare al IV secolo sempre dopo Cristo. Pochi conoscono cosa nasconde il sottosuolo milanese e le fondamenta sopra le quali sono sorte importanti basiliche milanesi e soprattutto non si parla quasi mai della Milano Paleocristiana. Sotto il capoluogo lombardo, infatti, esiste una città archeologica.
Ma vediamo di comprendere prima che cosa significa la parola «Paleocristiana». Per Basiliche paleocristiane, si intendono tutte quegli edifici sacri costruiti subito dopo l'editto di Milano di Costantino che ammise il Cristianesimo tra le religioni praticate nell'Impero romano. La maggior parte partono dal terzo secolo, ma se vogliamo rendere straordinaria questa riscoperta, vale la pena suggerire un itinerario per la città. Le chiesi nei secoli sono state erette per stratificazioni ed è importante andare a cercare di capire quali erano le loro basi; scopriamo in questo modo la storia che è passata sotto i ponti e cosa hanno fatto di straordinario i nostri antenati lombardi.
Partiamo da San Giovanni delle Fonti, il Santuario alle radici del Duomo che si trova sotto il grande Battistero della Cattedrale milanese terminata nel periodo tardo gotico (1300) e la cui facciata venne modificata dall'archietetto Mengoni che tra Ottocento e Novecento progettò anche la Galleria Vittorio Emanuele. San Giovanni alle Fonti insieme all'abside di Santa Tecla, furono due fulcri su cui si è basata l'identità di Milano, importante centro religioso fino dall'epoca di Ambrogio: a quell'epoca infatti in piazza Duomo esistevano tre basiliche e due battisteri scomparsi. Nel 2009 queste aree furono riaperte al pubblico e come si può comprendere la piazza attuale è sopraelevata dal suolo. Per vedere questi tesori bisogna entrare nel retro del Duomo dove si scende sotto il sagrato e si trova il Battistero di epoca posteriore all'imperatore Valente (364-378), voluto da Sant'Ambrogio. Ma la struttura venne sacrificata quando si mise mano alla Veneranda Fabbrica del Duomo nel XIV secolo; la forma ottagonale che richiama alla resurrezione cristiana, caratterizza la vasca centrale profonda 80 centimetri e larga quasi 6 metri. Il battesimo avveniva per immersione nell'antichità. Si possono ancora vedere il pavimento in opus sectile e un frammento di affresco del XII secolo, le tessere dei mosaici che ornavano la volat del battistero e monete e gioielli e vari reperti. Scavi e rovine da valorizzare ulteriormente perchè durante i lavori della metropolitana Santa Tecla subì dei danneggiamenti.
Passiamo ora a San Lorenzo, una delle chiese più antiche d'Italia e uno dei più importanti capolavori del Medioevo e dell'arte Paleocristiana, modello per celebri templi come la Basilica di San Vitale di Ravenna. La sua pianta è complessa e segue un sistema centrale costruito in un sistema con un quadrato con i lati ortagonali in quattro grandi absidi. Negli angoli, quattro torri scalari mozze. Al centro svetta il tiburio ortagonale che nasconde la cupola interna. Numerose sono le cappelle: un tempo esisteva anche un quadriportico di cui sono rimaste solo 16 colonne. La cupola colpita da un fulmine fu ricostruita nel 1500. Sul retro c'è un parco, una volta c'era un canale usato per le esecuzioni come racconta il Manzoni in «Storia della colonna infame».
Poi c'è anche l'Anfiteatro Romano, l'antenato di San Siro, in grado di ospitare 35 mila spettatori. Si trova nella cerchia dei Navigli tra Via De Amicis, via Conca del Naviglio e via Arena. Distrutto dalle invasioni barbariche nel V secolo. Le fondamenta furono costruite negli anni Trenta e da via Arena un terrapieno rievoca l'antico tracciato. Era una costruzione datata tra il II e il III secolo, in direzione di Porta Ticinese, una posizione strategica. Gli anfiteatri erano invisi dal nuovo culto e ridotta a discarica per materiali edili, ma verso il IV secolo, quando venne costruito San Lorenzo, si usarono quelle pietre per le mura e per la cavea dell'anfiteatro con capitelli di ordine corinzio. A netà del 500 venne in parte distrutto. Ma che dire della bella Sant'Ambrogio e dei suoi mosaici, edificata alla fine del 300? Il celebre mosaico absidale risale al periodo paleocristiano a sfondo dorato. La scena dei funerali di San Martino a Tour dove si recò miracolosamente Sant'Ambrogio è la più antica. Anche Sant'Eustorgio, saccheggiata dal Barbarossa, nota per la tomba dei re Magi, conserva i resti della prima epoca paleocristiana. Ma non scordiamoci di San Nazaro Maggiore, dove si conservano le reliquie di Pietro e Paolo; fondata anche questa dal vescovo Ambrogio verso il 380, grande nel Medioevo e altrettanto nel Rinascimento conserva opere di importanti artisti ed è una delle prime testimonianze di arte paleocristiana.

Nel Museo archeologico di Corso Magenta si possono ricostruire i vari periodi, vedere reperti paleocristiani e ricostruire la storia di Mediolanum.

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