Cronaca locale

Altra moschea abusiva aperta a Quarto Oggiaro Regione sfida il Comune

L'assessore alla Sicurezza va all'attacco: «Il piano di Palazzo Marino è una farsa»

Altra moschea abusiva aperta a Quarto Oggiaro Regione sfida il Comune

Dal Pirellone una nuova sfida al Comune sulle moschee abusive. «C'è da scommettere che la polizia locale non interverrà - attacca l'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato - a Palazzo Marino volteranno la testa, e con la barzelletta del multiculturalismo religioso non faranno nulla».

Occhi puntati su via Lopez. È a Quarto Oggiaro che si trova (a quanto pare, da tempo) il centro di cui parla l'assessore di Fdi. In un (ex) negozio a tre vetrine, l'ennesimo «centro religioso» della periferia milanese. Che si tratti di una moschea lo dicono gli stessi responsabili, affiggendo un cartello che vieta «assolutamente» di «pregare sul marciapiede davanti alla moschea». In realtà, stando alle norme, il punto è che si possa pregare dentro. Non perché in Italia non sia garantita la libertà di culto, ma perché vigono regole urbanistiche precise, che la Regione intende far rispettare senza sconti, come ha garantito un altro assessore regionale, Pietro Foroni, che da titolare dell'Urbanistica è intervenuto varie volte sul tema delle vecchie e nuove «attrezzature religiose», anche a Milano.

Il piano per le attrezzature re religiose, in capo ai Comuni, è lo strumento urbanistico che la legge regionale del 2015 prevede come requisito per insediare nuovi luoghi di culto. Una successiva circolare regionale estende la normativa del 2015 ai anche i «centri culturali» - spesso usati come moschee vere e proprie - regolando anche il caso dei centri già esistenti. Milano ha sempre derubricato come «informali» i centri in cui si prega a dispetto delle previsioni urbanistiche. La Regione li considera abusivi. A febbraio, mettendo in mora Palazzo Marino sul caso di via Cavalcanti, Foroni ha chiarito che non ammette inerzia dei Comuni né speciali tolleranze, perché l'applicazione rigorosa delle norme vale per i privati e per le attività commerciali e non si vede perché non debba valere per le associazioni religiose.

Paragonabile al caso di via Cavalcanti, ora, questo di Quarto Oggiaro. «Il piano delle attrezzature religiose del Comune di Milano è una farsa», dice De Corato, che parla della «nuova moschea in via Lopez 3 segnalatami dal Comitato Milano Sicura» e precisa che «va aggiunta alle altre presenti in città: quelle di via Toffetti 27, via Giuseppe Meda 9, viale Marche 40, via Stadera 18, via Guido Cavalcanti 8 e di via Faa di Bruno, non rientranti nel Piano di Milano». «La giunta, che ha tentato di sanare luoghi di culto islamici e prevederne di nuovi - attacca - sembra ignorare quelli abusivi presenti in città. Ormai siamo all'arroganza totale, all'impunità conclamata. Una sfida che porta le moschee abusive ad essere presenti senza problemi sul motore di ricerca google, con tanto di foto degli interni dei vari luoghi». «È un caso - chiede - che nessuno, fin ora, abbia fatto niente per farle chiudere? È un caso che nonostante le segnalazioni dei cittadini nessuno pare abbia elevato una sanzione?». «Il pericolo di questi luoghi non censiti e incontrollati - conclude - è che nessuno sa cosa avvenga al loro interno e che tipo di dottrina venga insegnata.

Quanti altri luoghi simili sono sparsi per la città? Il fanatismo nasce spesso, come ci confermano molte inchieste, in luoghi di culto non controllati lasciati in mano a iman a volte sconosciuti».

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