Cronaca locale

Altra polemica alla Scala, l'Accademia va a Riad e la Regione è contraria

Dal cda il primo ok per un conservatorio. Il governatore attacca: "Avevamo detto no"

Altra polemica alla Scala, l'Accademia va a Riad e la Regione è contraria

Un Conservatorio per 600 studenti nella città di Riad con i docenti dell'Accademia del Teatro alla Scala. Il progetto di cui si era parlato nelle ultime settimane, agganciato all'ingresso dell'Arabia saudita nel consiglio di amministrazione del Piermarini, che aveva scatenato ire funeste e polemiche incrociate, ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Accademia Teatro alla Scala. Il Cda, come spiega una nota, ha approvato all'unanimità il progetto di start up per la creazione del Conservatorio a Riad su richiesta del Ministero della Cultura dell'Arabia Saudita. Il primo nucleo di attività prevede la creazione di corsi di coro di voci bianche, di propedeutica alla danza per bambine e bambini dai 6 ai 10 anni e di un nucleo di scuola musicale per strumento oltre a un workshop su marketing e comunicazione digitale. Il progetto sarà modulato in diverse aree di intervento dell'Accademia, cui corrisponderanno finanziamenti separati, si svilupperà nell'arco di tre anni coinvolgendo circa 600 bambine e bambini e vedrà nel primo anno una forte presenza di docenti dell'Accademia. L'attività per il primo anno, con inizio a settembre 2019, prevede l'individuazione e formazione del corpo professionale e dei formatori e la creazione dei corsi, mentre nei due anni seguenti i docenti Accademia accompagneranno e guideranno i nuovi docenti nell'adempimento corretto del metodo didattico. Nel frattempo verranno implementati nuovi corsi con relativa attività di formazione dei formatori. «È una cosa buona, perché rientra all'interno di una collaborazione culturale a mio avviso ancora più utile nel momento in cui andiamo a lavorare con un paese che ha bisogno di essere aiutato ad aprirsi» parola del ministro per i Beni Culturali, Alberto Bonisoli.

Ma la decisione ha già riaperto le polemiche politiche innanzitutto. L'11 marzo, infatti, il presidente del Cda Beppe Sala aveva annunciato la decisione di non far entrare un governo straniero nel board restituendo i 3,1 milioni che il principe-ministro Badr aveva versato come acconto. Allo stesso tempo la Scala aveva confermato la tournèe in Arbia Saudita, ma non l'apertura del Conservatorio. «Il Cda della Scala aveva detto bocce ferme e ripartiamo da capo. Questo non è un ripartire da capo» sbottava ieri il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, commentando il primo sì del board della Fondazione Accademia Arti e Mestieri della Scala. «Io credo che il Cda dell'Accademia dovrà dare qualche spiegazione al Cda della Scala. O magari si sono già parlati ed erano d'accordo, non so quali sono gli accordi presi tra di loro. Con tutto che io sono dell'opinione che la collaborazione culturale sia molto positiva», ha precisato, «è difficile dare un giudizio positivo a priori. Bisogna capire le condizioni».

Di parere opposto il sindaco Beppe Sala che giudica «positivamente» il primo ok da parte del Cda dell'Accademia: «Lo hanno deciso in autonomia, anche se noi abbiamo un rappresentante nella fondazione accademia. In fondo quello che avevamo sempre detto è che non eravamo contrari a una collaborazione, ma avevamo forti dubbi sull'ingresso nel Cda. Quindi mi sembra qualcosa di positivo». E al presidente Fontana Sala «ricorda che la Regione ha un membro nel Cda dell'Accademia e che questo membro ha votato a favore».

della serie una polemica già vista.

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