Cronaca locale

"Amami Alfredo" dodici volte per il nuovo anno della Scala

Il grande classico di Verdi in scena da venerdì fino a marzo. Placido Domingo sul palco per tre repliche

"Amami Alfredo" dodici volte per il nuovo anno della Scala

La produzione classe 1990 de La Traviata di Giuseppe Verdi è un classico della Maison Scala. Come il Tiffany Setting e la Porsche 911 (per i rispettivi parchi), oppure volando più in basso il panettone con canditi e nessun'altra corbelleria gastronomica e la 500 Fiat. La Scala ripropone questo spettacolo a partire da venerdì 11 fino a marzo, per ben 12 repliche.

Traviata è opera da primati, secondo le statistiche è il melodramma più rappresentato al mondo. È poi un intramontabile l'allestimento del '90, con la regia di Liliana Cavani, le scene del premio Oscar Dante Ferretti e i costumi di Gabriella Pescucci. L'esito è quello di biglietti che stanno andando a ruba e per alcune date già esauriti. L'apice si ha con le serate del 12, 14 e 17 marzo quando nei panni di papà Germont ci sarà sua maestà Placido Domingo e a ricoprire il ruolo del titolo sarà la stella d'ultima generazione Sonya Yoncheva. Costei, 38 anni, bulgara, è soprano in continua ascesa, diva del Metropolitan, protagonista di una Traviata che nel marzo 2017 venne ripresa nei cinema americani diventando campionessa di incassi: in un fine settimana totalizzò 1.8 milioni di euro esattamente come il musical da sei Oscar La La Land.

Per le altre nove repliche, compresa la serata di venerdì, la protagonista Violetta Valery sarà Marina Rebeka. Alfredo è il tenore Francesco Meli che ha riannodato il filo con Myung-Whun Chung collaborando nel concerto di Capodanno dalla Fenice di Venezia. Perché sarà proprio il coreano Chung a tornare sul podio della Scala per questa edizione che venne battezzata da Riccardo Muti, passata quindi di mano in mano (Lorin Maazel, Carlo Montanari, Nello Santi).

Quest'opera blockbuster è la caramella dopo la medicina amara di Fin de partie di Kurtag, l'opera contemporanea, in scena lo scorso novembre, che non parla di certo alla pancia degli Italiani e neppure riempie il botteghino. Per questo, una dozzina di serate nel segno di Traviata ossigenano l'ambiente, perché alla fine parlano i numeri, i bilanci devono quadrare. Per andare dritti allo scopo, si opta così per uno spettacolo storico, il classico dei classici, mentre rimane in archivio il lavoro di (dubbia) ricerca di Dimitri Tcherniakov il regista della Traviata del 7 dicembre 2013. Quella, tanto per intenderci, che vedeva Violetta consumata da farmaci e liquori, tutta piume e parrucche, e Alfredo intento a tirare pasta col matterello. Il pubblico non perdonò nulla al regista che subì una scarica di «buu».

Traviata è nei velluti scaligeri, presente regolarmente nei teatri di tutto il mondo. E' uno scrigno di melodie che ognuno conosce, e magari canticchia: dal Libiamo ne' lieti calici all'Amami Alfredo. Quell'Amami che riecheggia in una scena clou di Pretty Woman quando il bel Edward porta a teatro Vivian, anch'ella escort come Violetta. Chi ama convivere con i fantasmi del passato, può crogiolarsi nelle memorie di splendide Violette come Maria Callas, Renata Scotto, Joan Sutherland, Renata Tebaldi, o Alfredi, quindi Carlo Bergonzi, Alfredo Kraus, Mario Del Monaco, Luciano Pavarotti.

Fantasmi che aleggiano alla Scala innescando puntualmente - noiosi amarcord.

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