Cronaca locale

Amianto in cantina, i morti sono già quattro

Il problema numero uno si chiama amianto. La sua presenza in alcuni punti delle cantine è stata certificata dall'Asl, e Aler non smentisce, ma in una lettera di risposta agli inquilini scrive che «per quanto concerne lo stabile al civico numero 38 di via Fratelli Bronzetti non si rileva la necessità di un intervento imminente». L'immobile, spiega ancora l'azienda che gestisce l'edilizia popolare, «è classificato al secondo grado di priorità nel programma generale di bonifica amianto». In questo complesso a pochi passi dal parco Formentano, alle spalle del centro della città, vivono circa 80 famiglie. Tra febbraio e agosto quattro persone sono morte per tumore, un'altra ora è ammalata.
La presenza della sostanza cancerogena è la preoccupazione maggiore dei condomini, ma non l'unica. Nell'ultimo mese hanno scritto cinque lettere per denunciare una situazione che, dicono, va via via aggravandosi nell'indifferenza delle istituzioni. Adesso che Aler sta anche licenziando parte del personale, sono rimasti senza nessuno in portineria: «Ci hanno detto che il servizio è sospeso, non si sa fino a quando, e abbiamo paura perché il portone d'ingresso è difettoso, spesso non si chiude bene». La pulizia dell'area per la raccolta di spazzatura è stata affidata a operatori esterni. Che però vengono saltuariamente, «e il risultato è questo» si sfoga Franca Prantera, indicando i sacchetti mezzi aperti, le cartacce, le cicche di sigarette che occupano il pavimento della stanza, in alcuni punti macchiato e appiccicaticcio. «Abito al primo piano, devo respirare quest'olezzo tremendo» aggiunge.
I disagi sono anche strutturali. Accanto al portoncino della scala D, ad esempio, il citofono non c'è. Se arriva un'ospite bisogna scendere fino al piano terra per vedere chi è e aprire. In teoria sarebbe costretto a fare così anche Davide, un ragazzo di 25 anni, non vedente, che vive da solo. Le pareti delle scale sono scrostate, ogni tanto cadono calcinacci. «Qui l'ha ritinteggiata mio marito, tutto a nostre spese» racconta Cleofe Mineo, indicando un ampio tratto verniciato di giallo.
Più si va in profondità più la situazione peggiora: le cantine sono ruderi distrutti da umidità e infiltrazioni. Molte tubature sono senza rivestimento, compresa la condotta principale dell'acqua: è stata rimessa a posto ma non ricoperta, e si trova a circa un metro di distanza dai contatori dell'energia elettrica. «L'Aler ci ha fatto sapere che a breve faranno una riunione per decidere il da farsi, ma sono anni che dicono così e non cambia mai nulla» accusa la signora Mineo. E fa notare: «Noi paghiamo l'affitto regolarmente, se ci sono persone morose l'azienda sa chi sono e dovrebbe prendere provvedimenti nei loro confronti, invece di far pagare a tutti le conseguenze.

Tra poco c'è Expo, qui siamo in centro, le sembra normale che il palazzo sia ridotto così?».

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