Cronaca locale

Anche in Lombardia la guerra tra siriani: identificati 6 terroristi

Prima le minacce, poi le botte e gli assalti ai «nemici» I pm chiudono l'inchiesta, ma molti sono a combattere

Anche in Lombardia la guerra tra siriani: identificati 6 terroristi

La procura di Milano ha chiuso ieri le indagini su sei siriani, accusati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale (art.270 bis) per alcuni azioni violente commesse tra i dintorni di Milano e il centro di Roma. Secondo la ricostruzione della magistratura, le vittime sarebbero stati siriani considerati schierati con il presidente siriano Bashar al-Assad. In tutto sono 13 le persone indagate, di cui 6 accusate per l'articolo 270 bis. In sostanza, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Alessandro Gobbis e Adriano Scudieri sostengono che questo gruppo di siriani abbia combattuto tra Milano e Roma uno guerra civile in piccolo, tra il 2001 e il 2012. Due delle sei persone accusate di terrorismo sarebbero poi partire in Siria per schierarsi nelle file dell'Esercito libero siriano contro Assad.

In una serie di relazioni consegnate alla procura di Milano, la Digos ha segnalato alcune azioni violente commesse tra Milano, Cologno Monzese, Parabiago, Brugherio, Busto Garolfo ai danni di minoranze politico - religiose considerate vicine ad Assad.

Tra le azioni riconducibili agli indagati ci sarebbe l'assalto del bar «Millenium» a Cologno Monzese avvenuto la sera del 16 luglio 2011. In quell'occasione una trentina di uomini armati di bastoni e spranghe accusavano in arabo titolari cristiani di «sostenere il regime».

Tra gli indagati nel procedimento della procura Milano con al centro un gruppo di siriani figura anche Haisam Sakhanh che nel 2012, dopo avere vissuto a lungo nel milanese, avrebbe fatto perdere le sue tracce per finire in Siria. Dove, tra gli atti di violenza commessi da alcuni appartenenti al suo gruppo di siriani indagati per terrorismo internazionale nell'inchiesta chiusa dalla Procura di Milano c'è anche, da quanto si è saputo, la «preparazione» di armi chimiche. In un video comparso sul sito del New York Times del 2013, si vedono alcuni ribelli, uno dei quali identificato in Sakanh, mentre sparano alla schiena a dei soldati inginocchiati, legati e torturati.

Gli indagati devono rispondere anche di minacce, violenza privata, lesioni aggravate, danneggiamento, riferibili agli episodi individuati dalla Digos e commessi dai siriani contro connazionali in Italia.

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