Cronaca locale

Annullamento nozze gay Il Comune attacca tutti

La De Cesaris contro la leghista Cappellini: «Una sola idea di famiglia? Parole da brividi»

Annullamento nozze gay Il Comune attacca tutti

Il sindaco giovedì ha chiesto le dimissioni del ministro all'Interno Angelino Alfano, la sua vice Ada Lucia De Cesaris ieri ha attaccato a muso duro l'assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini. Il caso della cancellazione delle nozze gay celebrate all'estero eseguita nei giorni scorsi da un commissario ad acta nominato dal prefetto ha aperto pesanti scontri istituzionali. Il Comune contro tutti. E il Pd progressista in pressing sul premier Renzi, che sulla questione continua a mantenere un fastidioso (per la sinistra) silenzio. Ieri in Sala Alessi era convocato da tempo un convegno sui diritti delle famiglie omogenitoriali organizzato dall'Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori della Lombardia (sul palco tra i relatori anche Alice Pisapia, nipote del sindaco). Era stato programmato prima della doccia fredda: l'annullamento dei matrimoni registrati all'anagrafe dal sindaco a ottobre, sfidando l'Anagrafe di ministro e prefetto. Ma il caso ovviamente ha acceso il dibattito. La De Cesaris lo ha definito «un atto di una gravità assoluta» e «mi hanno fatto rabbrividire - ha detto - le parole dell'assessore regionale Cappellini, l'ho sentita dire che per la legge vigente “esiste solo un matrimonio e una sola idea di famiglia: quella tra una donna e un uomo e possibilmente dei figli”. Intanto come si permette di giudicare anche le coppie etero che per scelta o per impossibilità ad avere figli fanno questo tipo di scelta. Senza entrare nel merito delle scelte dei singoli invece, come amministrazione voglio essere messa in condizione di non discriminare, ad esempio nelle scuole. I bambini hanno diritto a vedere riconosciuto il proprio riferimento affettivo se è un riferimento positivo e di amore. In caso contrario si rischia di far del male ai minori». E torna ad incalzare la Cappellini, «che è molto più giovane di me ma di dimostra lontana da mondo reale. Non volere affrontare la questione non solo è retrogrado, ma è una negazione dei diritti dei minori». Non si fa attendere la replica dell'assessore regionale: «È proprio per tutelare i bambini e la loro affettività che è nostro dovere garantire il loro diritto ad avere una mamma e un papà, che sono le due colonne portanti della famiglia».

La consigliera Pd Rosaria Iardino, portavoce delle famiglie arcobaleno («sono circa 500 a Milano») scrolla il premier e i parlamentari del Pd: «Chi ha gridato ai quattro venti che è dalla parte dei diritti ora faccia il proprio dovere e voti una legge che tutela le coppie gay o sarà giudicato connivente con Alfano». Cita il suo esempio: la sua compagna ha partorito con la procreazione assistita la loro figlia Anita che oggi ha due anni ma «per ritirarla all'asilo ho bisogno di una delega, se ha bisogno di cure ospedaliere non esisto, né avrei il dovere di versare un assegno di mantenimento se un giorno me ne andassi di casa».

Di «assegni» parla anche il consigliere Fdi Riccardo De Corato. Il sindaco ha annunciato che ricorrerà in ogni sede contro la cancellazione dei matrimoni.

«Se vuole fare ricorso contro la Costituzione e la legge, lo faccia da privato cittadino e non come sindaco e soprattutto non con i soldi dei milanesi - avverte - o farò una segnalazione alla Corte dei conti».

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