Cronaca locale

Da antifascista voglio rispetto per i caduti

Da antifascista voglio rispetto per i caduti

Signor sindaco, ho seguito il dibattito sulla cerimonia che ogni anno si tiene al Campo X e ho l'ho trovato totalmente fuori dalla storia e penso che nessuno - tranne forse i gagliardi agitatori dell'Anpi - sentisse il bisogno di un incontro tra sindaco e Prefetto per discuterne. (...)

Chi Le scrive, non è un pericoloso squadrista. Sono un convinto liberale antifascista e ho sempre pensato che proprio queste pittoresche adunanze di vecchi reduci siano il miglior modo per confermare che il Fascismo è morto e sepolto. Ma dal primo cittadino si auspicherebbe un rispetto per tutti i morti, anche di coloro che sono caduti per un'idea non giusta, perché nella vita esiste una misericordia anche per i defunti. Mi spiego. Zio Franco era un partigiano, dopo l'8 settembre 1943 è andato in Val d'Ossola. Era un valente alpino, aveva combattuto in Russia nel 1942. Sua sorella, Zia Valeria aveva 17 anni e pensò che la strada migliore fosse aderire a quella repubblica che di sociale aveva ben poco, ma che certamente offriva molti feriti da curare. Come ausiliaria si prese cura di tanti ragazzi, di tutte le fazioni. Ebbe il torto di avere un flirt con uno della Resega: nel luglio del 1945, quando la guerra era già finita, fu barbaramente uccisa mentre rientrava a casa.

Il suo torto: aver amato Mussolini (come lo poteva amare una ragazza di 17 anni e tanti sogni nel cassetto) e più ancora quel coetaneo in camicia nera.

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