Cronaca locale

In arrivo 300 profughi nella caserma a rischio (e piena di amianto)

I migranti attesi nella struttura a novembre. Ma l'eternit è ovunque e la salute in pericolo

In arrivo 300 profughi nella caserma a rischio (e piena di amianto)

A novembre potrebbero arrivare 300 profughi nella caserma di Peschiera Borromeo, ex sede dell'aeronautica militare. Il prefetto Alessandro Marangoni, che pochi giorni fa ha incontrato i sindaci dell'hinterland, ha confermato la linea dell'accoglienza dei migranti in ogni comune in base alle quote.

Ma le controindicazioni per utilizzare la vecchia caserma sono parecchie. Ultima in ordine di tempo è quella relativa all'amianto. A quanto pare la struttura ne è piena. «E ciò che è ancora più grave - sostiene il rappresentante di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato - è che si tratta di eternit ammalorato, quindi ancora più nocivo. Credo sia impossibile che i tecnici di Arpa, dopo un sopralluogo, possano autorizzare l'apertura della caserma».

Non solo. A parte le proteste dei cittadini - che si sono riuniti in comitati anti tendopoli e sono scesi più volte in piazza - contro l'utilizzo della caserma pende anche un lapidario parere del Comando dei vigili. Un documento finito anche sulla scrivania del sindaco di Peschiera e che denuncia «situazioni di potenziale pericolo». L'ingresso dell'ex sede dell'aeronautica, dove campeggia ancora in bella vista la vecchia antenna, è a fianco di un deposito di veicoli dismessi che «potrebbe essere di facile accesso con alte probabilità di incidenti per chi rovistasse per raccogliere materiale». E ancora: l'area si trova a un passo dalla provinciale. Sintesi: la polizia locale giudica la sede «non idonea per la sua posizione logistica». E ora quel «non idoneo» potrebbe essere ribadito anche dal rapporto ambientale dell'agenzia dell'ambiente Arpa. La giunta lombarda, sollecitata da un'interrogazione in aula di Fdi, valuterà se inviare i tecnici Arpa e Ats per un sopralluogo. Quello che la giunta sa già è che non c'è più posto. Né a Peschiera né negli altri comuni lombardi. «La Lombardia - spiega l'assessore lombardo alla Sicurezza Simona Bordonali - non è in grado di sostenere ulteriori nuovi arrivi di richiedenti asilo. Ne abbiamo già 22mila sul territorio regionale, oltre a migliaia di clandestini che non chiedono nemmeno la protezione internazionale. La loro accoglienza non deve avvenire a danno alla sicurezza dei cittadini lombardi e a prescindere dalle peculiarità locali».

Eppure il Comune di Milano continua a investire sui profughi. Palazzo Marino ha stanziato quasi 3,5 milioni per l'accoglienza e predisposto tre determine «per non interrompere le prestazioni attualmente erogate che scadranno il 31 agosto 2016». «Majorino si lamenta, o fa finta di farlo, col Governo - critica De Corato - ma poi il Comune a luglio stipula con la Prefettura una nuova convenzione prevedendo a carico dei milanesi la messa a disposizione di 1100 posti letto presso strutture reperite sul territorio. Vorremmo sapere quanti dei controlli annunciati da Alfano sono stati fatti sia nelle strutture sia nelle procedure negoziate».

La giunta Pisapia ha speso 61 milioni di euro in quattro anni, «affidati con procedure negoziate, senza bando pubblico, sempre alle solite 4 o 5 associazioni.

Sembra proprio che questo modo di procedere continuerà anche sotto Giuseppe Sala, per questo aspettiamo i controlli annunciati da Alfano».

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