Cronaca locale

Astenersi è il baco della democrazia

di Giannino della Frattina

È una vergogna. È una vergogna che un milanese su due non abbia votato. E basta con la palla del voto di protesta che si racconta per ripulirsi la coscienza. Facendo magari intendere che rifiutare la scheda sia il modo migliore per combattere la cattiva politica. Anzi, i politici che secondo la filastrocca son «troppo lontani dai cittadini». Perché proprio questo voto a Milano dimostra che le cose non stanno così. Che l'astenersi non è un modo per esprimere il dissenso o la voglia di istituzioni migliori. Non è così. Perché se i politici rubano, gli italiani sono evasori fiscali. Una volta per la Patria i nostri padri o nonni eran disposti a dare la vita, oggi nemmeno i cinque minuti del voto. A spiegarlo sono i numeri. Oltre un milione gli aventi diritto, poco più di 500mila i votanti. Manca mezzo milione. Senza giustificazione. Perché la città viene da almeno venticinque anni di ottime amministrazioni. Di destra e di sinistra. Giuseppe Sala e Stefano Parisi erano, a detta di tutti, ottimi candidati. Nulla a che vedere con le altre città. Assolutamente corretta la loro campagna elettorale, perfettamente british anche il comportamento dei partiti. Nessun litigio (e questa è una notizia) nel centrodestra. E nemmeno a sinistra.

E allora perché? Verrebbe voglia di incontrare uno per uno il mezzo milione di non votanti e chiederne conto. Perché? Mica erano elezioni politiche. Che senso aveva fare un dispetto a Renzi, quando la scelta era sul sindaco migliore a cui affidare la città. Il giardino di casa. Difficile immaginare che per odio al governo uno li affidi a un vandalo. E allora l'unica spiegazione è l'indifferenza. La certezza che comunque vada, alla fine Milano sarà amministrata bene. Che la città abbia le spalle abbastanza grosse per portare qualunque vincitore. Buono o cattivo. Se ne occupino gli altri, allora.

Male. Molto male. La pancia piena, in una città del benessere come Milano, ha la meglio anche sul diritto-dovere di votare. Quello su cui poggia (o su cui dovrebbe poggiare) l'architettura costituzionale. Lo Stato e le istituzioni siamo noi e chi non vota lo fa per ignavia, per indifferenza. Per una pigrizia politica che oggi è il vero baco della nostra democrazia.

E una classe politica scarsa è semplicemente lo specchio di un Paese fatto da cittadini scarsi.

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