Cronaca locale

Attico vista Duomo sequestrato a immobiliarista

L'uomo, la cui società è fallita, avrebbe distratto 25 milioni

L'immobiliarista viveva in un attico vista Duomo, all'interno della Galleria Pattari. Per la Guardia di finanza di Lecco, che gliel'ha sequestrato insieme ad altri beni, avrebbe distratto 25 milioni di euro. In più guidava una Range Rover Velar con la patente revocata.

L'ordinanza di sequestro eseguita dalle Fiamme gialle è stata emessa con urgenza dal pm di Milano Donata Costa e il provvedimento è stato convalidato dal gip Luigi Gargiulo. L'azienda dell'indagato che era attiva nel settore delle compravendite immobiliari a livello nazionale, la Vector srl, è stata dichiarata fallita dal Tribunale nel novembre del 2018. L'imprenditore, che ha precedenti penali ed è indagato per autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta e compensazioni tributarie con crediti inesistenti, avrebbe inoltre millantato crediti per 4,5 milioni di euro per consulenze tributarie.

L'auto che guidava era intestata a un'altra società fallita. Oltre all'appartamento di lusso del valore di 4 milioni di euro e alla Range Rover, all'uomo sono stati sequestrati arredi di pregio per 400mila euro, numerosi oggetti preziosi che si trovavano in casa, soprattutto orologi, per 260mila euro, e contanti per circa 10mila euro. I beni sono, per gli inquirenti, il ricavo delle indebite compensazioni di imposta inscenate dall'indagato. Il provvedimento è nato appunto nell'ambito dell'inchiesta del pm Costa sulla bancarotta della Vectar, in cui risultano anche altri indagati. Le indagini hanno permesso di scoprire una serie di «condotte dissipative e distrattive» nei confronti della società immobiliare, che si occupava di compravendite in tutta Italia, per oltre 25 milioni di euro. Fra queste anche la distrazione dell'attico vista Duomo, in cui viveva senza titolo (c'erano già stipule preliminari di vendita) l'uomo che si era dichiarato consulente tributario della Vector e vantava compensazioni tributarie per «crediti inesistenti - come detto - per più di 4,5 milioni di euro». Un modo questo, secondo gli investigatori, per tentare di ridurre l'ingente debito tributario della società stessa. «L'attività svolta dalla polizia economico finanziaria - spiega la Guardia di finanza - sottolinea ancora una volta come la Gdf sia oggi riferimento primario a garanzia dell'interesse pubblico, del cittadino, delle imprese sane e svolga un ruolo primario nell'aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, volto a impedire la reimmissione di denaro di provenienza delittuosa nel mercato economico legale».

CBas

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