Cronaca locale

Aziende milanesi decise: "Bisogna stare nell'euro"

Le idee di Assolombarda su fisco e manovra «Sfidando i mercati ci facciamo male da soli»

Aziende milanesi decise: "Bisogna stare nell'euro"

Preoccupazione per la «poca chiarezza» che genera fibrillazioni nei mercati, ferma convinzione di dover restare nell'euro, cauto scetticismo sul cosiddetto «reddito di cittadinanza» così come ipotizzato dopo l'accordo nel governo sulla nota aggiuntiva al Def. Sono questi gli umori di Assolombarda nei giorni cruciali per l'economia italiana.

La principale associazione di imprese italiane, nella sede di via Pantano ieri ha presentato «Fisco, imprese e crescita», il libro bianco che illustra le sue proposte in materia di fisco e di flat tax in particolare. Ed è stata inevitabilmente l'occasione per parlare delle turbolenze finanziarie che investono l'Italia dal momento in cui l'asticella del rapporto deficit-pil è stata fissata al 2,4%.

Ma sono soprattutto alcune prese di posizione che inquietano Assolombarda, che rappresenta le aziende operanti nelle province di Milano, Lodi e Monza-Brianza, quindi il cuore produttivo della Lombardia e del Paese. «Attenti alle dichiarazioni, se no ci facciamo male da soli. Il mercato ne risente», ha detto il presidente Carlo Bonomi a margine della presentazione del libro bianco. Un appello alla cautela, nel giorno in cui il presidente della commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi ha dichiarato che l'Italia «starebbe meglio con la sua moneta», per poi precisare che «la cosa non è nel contratto di governo». Un appello al senso di responsabilità quello di Bonomi, e anche un invito alla chiarezza: «Bisogna capire il prima possibile quale sarà la manovra italiana. In questo momento non abbiamo ancora letto nulla. I mercati in questi giorni stanno reagendo alla poca chiarezza».

Sull'euro, o meglio sulla possibile uscita dell'Italia, la posizione di Assolombarda è chiarissima: «Non voglio pensare a questa visione - ha spiegato Bonomi - perché dobbiamo fare le cose non perché ce lo chiede l'Europa ma perché sono nel nostro interesse, ma le dobbiamo fare all'interno dell'Unione Europea». «Oggi - ha aggiunto - siamo in un momento dove ci troviamo di fronte a uno scontro tra super potenze e non possiamo pensare di affrontare queste sfide da soli come Italia, lo possiamo fare all'interno dell'Unione Europea»

A proposito della riforma fiscale, come dettogli industriali lombardi hanno una elaborato una proposta organica, mentre parlando di welfare e delle ipotesi circolate in questi giorni a proposito del cosiddetto «reddito di cittadinanza», Bonomi è rimasto cauto, ma senza nascondere un evidente scetticismo: sì a risposte alla povertà, ma il reddito di cittadinanza «non è la strada corretta», questa la risposta del presidente di Assolombarda, interpellato sul misura contro la povertà che sta a cuore al Movimento 5 Stelle e al vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio: «Noi - ha dichiarato in conferenza stampa Bonomi - non possiamo non rilevare che ci siano delle disuguaglianze e che il voto del 4 marzo le abbia sottolineate in maniera forte». «Alla povertà in quanto tale una risposta va data e va data subito», ha ammesso il presidente, aggiungendo però che il reddito di cittadinanza «non è la strada corretta». «Dobbiamo concentrarci sul fatto che il mondo del futuro va in un'altra direzione - ha spiegato Bonomi - non ci saranno più molte persone che passeranno tutta la vita nella stessa azienda.

Per questo dobbiamo lavorare per far fronte a carriere discontinue, supportando reddito e formazione nei momenti di passaggio», ha aggiunto.

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