Cronaca locale

"Le aziende da sole resistono ma ora il Recovery serve qui"

Confapi: "Gli imprenditori stanno facendo miracoli. Con i fondi europei aiutiamo il tessuto produttivo"

"Le aziende da sole resistono ma ora il Recovery serve qui"

Le imprese sono state abbandonate. Chi ce l'ha fatta si è salvato da solo, compiendo miracoli, ma i miracoli non possono durare all'infinito.

Confapi Milano sta riscontrando una straordinaria resistenza dei suoi associati, ma torna a lanciare un allarme sulle prospettive future dell'economia, e sull'indifferenza del governo italiano, che sembra non porsi neanche il problema del mondo produttivo lombardo, neanche in vista dell'arrivo dei fondi europei. «In un tessuto così produttivo - spiega il manager Confapi Antonio Maria Leonetti - l'occasione del Recovery dovrebbe essere sfruttata per mettere le ali al tessuto produttivo lombardo. Se le imprese lombarde da sole fanno questo, pensiamo a cosa farebbero con nuove infrastrutture fisiche e digitali, col 5G, con strumenti che possono aiutarle a essere più competitive. Se diamo loro questi strumenti non sono seconde a nessuno. Se le mandiamo in guerra con spade di legno non possono farcela».

La battaglia delle aziende è in corso da mesi. Gli imprenditori si stanno facendo in quattro, hanno lavorato senza sosta rinunciando alle ferie, hanno innovato le linee produttive. Uno slancio enorme di inventiva e coraggio «Nonostante tutto, ancorché fosse evidente l'urgente bisogno di sostegno pubblico, dimostratosi nei fatti certamente inadeguato - spiega il presidente Nicola Spadafora - i nostri imprenditori non hanno mai mollato, dimostrandosi capaci, addirittura, di sostituirsi alle istituzioni, come nel caso dell'anticipazione degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori. Le nostre piccole e medie imprese hanno dunque avuto il grande merito di non abbattersi, di proseguire l'attività con sacrificio, tenacia e con il consueto talento, pur nell'incertezza generale, nella preoccupazione per gli sviluppi futuri, e, purtroppo, nella tardividità e nell'esiguità delle risposte da parte della compagine governativa».

«Questa - osserva Leonetti - per me è una cosa tipicamente lombarda. Questi imprenditori, impegnando loro stessi al 100%, hanno visto la luce in fondo al tunnel. Nel comparto sicurezza abbiamo una società che è stata particolarmente penalizzata nel lockdown, ma appena ha potuto si è buttata su nuovi rami, su nuove attività, così luglio e agosto sono andati alla grande. Questi sono imprenditori che credono nel loro lavoro e non nei sussidi. Questo è un popolo che ama il lavoro». Confapi cita il caso di imprenditori che hanno anticipato la cassa integrazione ai dipendenti, conoscendoli uno a uno con le loro famiglie. «Forse perché piccole - osserva Leonetti - in queste imprese non c'è conflitto, ma alleanza, fra imprenditore e dipendente».

Non è però un'autocelebrazione quella di cui si parla. Semmai un'urgente richiesta di attenzione. Un sos, per avere non aiuti ma investimenti. «L'impresa privata - dice il presidente Spadafora - necessità di essere sostenuta. L'adempimento dei doveri non può prescindere dalla garanzia dei diritti, a cominciare da quello, fondamentale e primario, alla sopravvivenza. Eccessivo carico fiscale, onerosità del costo del lavoro e semplificazione burocratica devono essere alla base dell'intervento statale senza se e senza ma, e, soprattutto, senza ulteriore ritardo. Dal futuro delle Pmi dipende, in buona parte, il futuro economico del Paese».

Ed ecco il tema delle risorse europee da non disperdere. «La Lombardia - spiega Spadafora - sembra attualmente relegata ai margini del dibattito politico ed economico. Ed invece, nella sua veste di prima Regione del Paese (con incolmabile distacco, per il residuo fiscale, superiore ai 54 miliardi di euro annui), richiederà un preciso impegno delle risorse offerte dal Recovery Fund.

Auspichiamo, evidentemente, che si intenda tutelare il ruolo trainante della Regione, nella sua continua laboriosità e resilienza».

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