Cronaca locale

Balletto, nella stagione irrompe sul palco una kamikaze pentita

«Madina» prima mondiale tra danza e teatro in un cartellone che ha rinunciato alle star

Piera Anna Franini

La stagione di Balletto della Scala del 2019-2020 presenta 7 programmi, 4 nuove produzioni, 13 presenze di Roberto Bolle, 4 dell'étoile Svetlana Zhakarova. Ma nessuna stella ospite: «Vogliamo dare spazio ai nostri ballerini consentendo loro di fare ruoli importanti», spiega Frédéric Olivieri, direttore del Corpo Ballo. Che da giorni è sul piede di guerra per le incertezze della tournée di luglio in Cina. Il sovrintendente Alexander Pereira ieri ha chiarito che la trasferta è confermata ma verrà condensata in dieci giorni, rimane dunque la sola tappa al National Centre for the Performing Arts di Pechino. Il teatro della seconda città ospitante non sarà ultimato per luglio, quindi tournée accorciata. Altra anticipazione di Pereira: stop al diritto di prelazione degli abbonati, «Ho sofferto molto in questi anni per questo diritto. Si parla di milioni di soldi che perdiamo, ma non potevo eliminarlo subito. In tutti i teatri del mondo si paga di meno e non di più quando uno è abbonato».

Aldilà della nuova produzione del balletto inaugurale, Sylvia di Delibes per la coreografia di Manuel Legris, del frammento Sarcasmen di Prokofiev e di Prometeo di Beethoven per la coreografia di Spoerli, la vera novità della prossima stagione è la prima mondiale di Madina. Difficile definirlo, è uno spettacolo di danza e teatro su musiche di Fabio Vacchi, coreografie di Mauro Bigonzetti, con la presenza di Roberto Bolle, dell'attore Filippo Timi e il giovane Michele Gamba sul podio. Il soggetto è forte, di quelli che lasciano il segno. È tratto dal romanzo di Emmanuelle de Villepin La ragazza che non voleva morire. Nel romanzo, Madina è una ragazza cecena, stuprata dai soldati russi. I genitori muoiono durante il bombardamento di Grozny. Fatti che la convincono a farsi kamikaze. Ma in un attimo decide di liberarsi della cintura imbottita di esplosivo: vuole vivere. È un lavoro di danza e di teatro, ma trova spazio anche la voce, «non sappiamo se maschile o femminile - dice Pereira - non abbiamo ancora visto la partitura di Vacchi. Posso solo dire che ci sarà più azione teatrale che balletto. Il progetto è nato discutendone con Vacchi. Mi spiegò che stava creando un progetto con il librettista. Lo trovai interessante, dovevamo stabilire se sarebbe stata un'opera o un balletto. Mi sembrava più convincente il balletto».

Sarà articolata in cinque balletti la serata intitolata ai coreografi Hans van Manen e Roland Petit con musiche dei superclassici Beethoven e Bach, trovano poi spazio i francesismi di Fauré, i graffi di Prokofiev fino John Cage. A proposito di classici, torna il balletto Romeo e Giulietta con la coreografia di Kenneth MacMillan, Il lago dei cigni di Rudolf Nureyev, Lo Schiaccianoci di Balanchine. La Dame aux camélias riporta al Piermarini la coppia Bolle-Zakharova.

Mentre è un'ideazione di Frédéric Olivieri Présentation, su musiche di Mozart in abbinata con Prometeo di Beethoven.

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