Cronaca locale

Al ballottaggio con distacco A Sondrio Scaramellini vola

L'ingegnere convince: vittoria sfiorata al primo turno La sinistra con Giugni rincorre. Ponteri si ferma al 3%

Al ballottaggio con distacco A Sondrio Scaramellini vola

Due settimane, 1.200 voti da recuperare al ballottaggio. Sembra una missione impossibile quella di Nicola Giugni, (centrosinistra) che deve rincorrere Marco Scaramellini, il candidato del centrodestra che ha ottenuto 4.923 voti (il 46,8%).

Domenica, nel capoluogo della Valtellina, su 18.405 aventi diritto sono andati alle une in 10.685 ieri (il 58%). E Giugni ha ottenuto 3.795 voti, pari al 36,1%. Non malissimo - è vero - se si considera che qualcuno lo dava per sconfitto al primo turno. Viste premesse e previsioni, insomma, potrebbe anche essere piuttosto soddisfatto l'ex presidente dell'Azienda energetica di Valtellina e Valchiavenna, alla guida di una coalizione di centrosinistra (Sondrio democratica, Sondrio città ideale, Sondrio 2020 e Sinistra per Sondrio). Il risultato, comunque, resta lontanissimo dai fasti soliti del centrosinistra locale. Va ricordato che Valtellina e Valchiavenna sono saldamente leghiste, infatti, ma il capoluogo no. A Sondrio negli ultimi 24 anni, per 20 ha governato il centrosinistra con Alcide Molteni (il sindaco uscente che è arrivato per la seconda volta al limite dei due mandati e si è candidato solo al Consiglio nella lista Sondrio Democratica). Il centrosinistra insomma, per la prima volta è stato fortemente ridimensionato. E ha subito un distacco pesante: 10 punti percentuali, 1.200 voti assoluti, appunto, su un totale di 10mila.

Nel quartier generale del centrodestra si mantengono prudenti e scaramantici ma certo la vittoria sembra portata di mano per Scaramellini, 52 anni, ingegnere, ex assessore all'Urbanistica a Chiavenna, a lungo cultore della materia di Tecnica urbanistica al Politecnico di Milano. In vista del ballottaggio, si deve considerare poi che un bel bottino di voti (1.400, il 14,1%) lo ha ottenuto l'ex leghista Fiorello Provera, con le quattro civiche che lo sostenevano. Un nome di peso, quello di Provera, che col Carroccio è stato presidente della Provincia ed eletto alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo, prima di decidersi a correre per la poltrona da sindaco dopo l'uscita dalla Lega, arrivata al culmine di un grave dissidio sorto con Matteo Salvini a proposito del orientamento favorevole al referendum costituzionale. La concorrenza di Provera ha impedito al centrodestra di vincere al primo turno. E ha frenato il risultato del Carroccio, che comunque è arrivato al 15% in un Comune - come detto - tradizionalmente non leghista. In termini di voto di lista, dentro la coalizione di Scaramellini sono andate alla grande le formazioni civiche. Erano tre (Sondrio viva, Sondrio liberale e Popolari retici) e sommate hanno conquistato quasi il 28%. A farne le spese, le liste di partito, da Forza Italia a Fdi.

Delusi, e molto, i 5 Stelle, che con il candidato Marco Ponteri si sono fermati al 3%.

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