Cronaca locale

In basilica sulle note di Couperin

A S. Maria della Passione prende il via la felice rassegna di concerti

In basilica sulle note di Couperin

L'importanza di chiamarsi François Couperin. Sì, proprio lui il compositore clavicembalista e organista francese che «compie» 350 anni: nacque a Parigi nel 1668. Nel festival «Milano Artemusica» - che dopo alcune date prende il largo oggi alle ore 20,30 nella Basilica di Santa Maria della Passione con «Sonar in Ottava» (brani di Vivaldi e Bach) - in scena l'Accademia dell'Annunciata, il violoncellista Mario Brunello appena tornato dal Giappone e il direttore Riccardo Doni - domani sera viene celebrato nella chiesa di San Sepolcro. A rendere omaggio il conterraneo virtuoso Christophe Rousset. Due recital per (ri)cominciare, degni di attenzione. Oltre che per gli autori e le musiche scelte dalla direzione artistica, per il livello degli esecutori in campo e per i progetti. Stasera, infatti, Brunello e Carmagnola portano al centro anche un'ipotesi, attraverso il rito concertistico e con un'inedita registrazione discografica. Ovvero, che alcune composizioni considerate dagli studiosi importanti concepite per il violino, in realtà potessero essere eseguite da un altro strumento di tessitura più grave. Infatti la succitata star del violoncello si cimenterà con il «violoncello piccolo» o «violincello». Dunque: l'incontro sarà un'occasione per vedere e sentire un cordofono antico che assolveva il ruolo di tenore sovrapponendosi nella copertura dello spazio, tra viola e violoncello, occupato dalla viola tenore (da braccio), altro strumento scomparso in epoca moderna.

Dalla (ri)proposizione per i cultori dell'Organologia, la scienza che studia appunto gli strumenti, alla riproposta di un innovatore come fu proprio il Maestro Couperin, la sua fama in vita fu parecchio legata all'attività di organista nella Chapelle Royale di Versailles. Dopo un periodo di oblio è stato riscoperto come «tecnico» della tastiera, autore di uno dei primi trattati organici sull'argomento, «L'art de toucher le clavecin». Domani dunque verrà presentato un programma monografico tratto dai quattro libri di «Pièces de clavecin», da lui scritto, un compositore definito dal collega del Novecento Claude Debussy «il più poeta dei nostri clavicembalisti». Mercoledì un'altra scaletta dedicata con «Trois Lecons de Tènèbres». Di più. «Milanoartemusica» - rassegna internazionale di musica antica arrivata alla sua dodicesima edizione - dopo il concerto di martedì ha davanti a sé un bel cammino da fare: il traguardo, dopo una ventina di appuntamenti ancora, è previsto per il 23 agosto. Tra i titoli e le date da tenere d'occhio strada facendo sono «Stabat Mater» di Pergolesi il 28 giugno, «Bach contro Marchand: una finale mai giocata» il 5 luglio e «F. M. Veracini e N. Porpora: due anniversari a confronto» il 26 del mese.

Buon viaggio.

Commenti