Cronaca locale

BikeMi va in crisi per troppo successo

BikeMi va in crisi per troppo successo

Altre sette stazioni, e un incubo che si chiama collasso. La rete delle bici gialle comunali, ufficialmente nota come BikeMi, rischia ormai di crollare sotto il suo stesso peso, sull’onda di un successo che forse neanche i suoi ideatori prevedevano quando, nel novembre 2008, i primi velocipedi giallo-crema fecero la loro comparsa per Milano. Da allora è stato un crescendo: di stazioni, di mezzi, di utenti, di prelievi, di tutto. E anche di immagine: le due ruote con il logo di Palazzo Marino sono entrate a pieno titolo nel panorama della città, incuriosiscono i turisti, raccontano una idea alternativa di mobilità sostenibile.
Con l’ultimo incremento, annunciato venerdì dal sindaco Giuliano Pisapia, la rete ha aggiunto sette nuove stazioni, per un totale di 220 nuovi posti bici e (anche se il comunicato su questo punto è un po’ criptico) altre centodieci biciclette. «Il bike sharing entra ufficialmente nella sua seconda fase, perché esce dai confini di Area C», dice il comunicato: in realtà le bici gialle dall’area C (cioè dalla cerchia dei Bastioni) erano già uscite da un pezzo con le rastrelliere di piazzale Lodi, piazza Carbonari, via Balilla eccetera, con un allargamento verso la periferia che andava incontro a una delle principali richieste degli utenti.
Il problema è che - paradossalmente - proprio l’espansione territoriale e numerica del servizio rischia di avere conseguenze critiche su uno dei punti di forza del sistema: l’immediata disponibilità di biciclette e di parcheggi. Il ciclista medio (a differenza dell’automobilista o di chi viaggia in metropolitana) non è abituato ai tempi morti, alla ricerca di parcheggio, all’attesa di un mezzo. Ma con gli utenti degli altri mezzi di trasporto ha in comune un elemento decisivo: la direzione degli spostamenti. La mattina va dalla periferia verso il centro, e la sera dal centro verso la periferia.
Conseguenza ovvia: aumentando il numero di rastrelliere in periferia, aumenta il flusso di bici gialle che ogni mattina si riversano sul centro. Il problema è che le rastrelliere in centro non aumentano, o aumentano in numero insufficiente. In alcuni punti caldi, la rastrelliera si satura già tra le 8,30 e le 9 del mattino, e il povero ciclista deve iniziare il pellegrinaggio alla ricerca del parcheggio più vicino. Uno dei casi più eclatanti è il parcheggio di corso di Porta Vittoria, davanti al Palazzo di giustizia, palesemente sottodimensionato: ma i giallociclisti ci hanno fatto l’abitudine e hanno imparato ad arrangiarsi con i posteggi vicini.
Ma con l’avanzare congiunto della bella stagione e della quantità di bici che si riversano sul centro, ecco la paralisi. La mattina di lunedì scorso, in tutto il centro era impossibile riconsegnare le bici gialle: il display dei parcheggi, che avrebbe dovuto indicare le rastrelliere disponibile nelle vicinanze, appariva desolantemente vuoto. E gli utenti di Bikemi si rassegnavano a mollare la bici dove capitava e a pagare la multa per il ritardo.

Scene destinate a diventare consuete, davanti a un successo diventato troppo ingombrante.

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