Cronaca locale

Blitz nel campo di Bonfadini «Ora basta oasi di illegalità»

Cento uomini in campo. «Centrale della ricettazione» Sei arrestati, trovati denaro e gioielli proventi di furti

Alberto Giannoni

Un elicottero in volo dall'alba, cento uomini in azione e alla fine sei arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione dei proventi furti in abitazione.

Il campo di via Bonfadini è stato al centro di «The final cut», la fase finale dell'operazione Prometeo, guidata dal reparto operativo del Comando dei Carabinieri di Novara, che da anni lavora su quelle che definisce le «attività predatorie di agguerriti gruppi dell'est Europa, dediti in prevalenza ai furti in abitazione».

L'indagine è partita nel 2006, con la scoperta di una fonderia clandestina in via Giacosa, dove venivano fusi gli oggetti preziosi. In via Giacosa erano stati sequestrati diversi lingotti artigianali di metallo prezioso.

Complessivamente sono state arrestate 35 persone, soprattutto albanesi, per furti in abitazioni sopratutto nel Nord-ovest. L'operazione di ieri ha interessato il livello superiore, quello della ricettazione degli oggetti di valore: «In pratica - spiegano Carabinieri - le prove raccolte contro i ladri sono state anche strumentali alla costruzione del castello accusatorio contro un'associazione a delinquere, formata da sinti italiani di origine abruzzese con base nel campo nomadi di via Bonfadini».

Fra gli arrestati in virtù dell'ordinanza emessa dal gip di Milano anche un 66enne pluripregiudicato, soprannominato «il Baffo», che aveva «il suo regno» all'interno del campo di via Bonfadini, «ove è il capo indiscusso - si legge - unitamente ad altre cinque persone, accusate fra l'altro di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione».

Nel corso dell'indagine sono stati sequestrati denaro contante e refurtiva per un valore complessivo di 2,6 milioni di euro. Secondo quanto riferito dai Carabinieri, il capo non custodiva i proventi dei suoi traffici nel campo nomadi, ma in una villetta anonima in una cittadina in provincia di Ferrara. Qui, durante la perquisizione, che è durata oltre 12 ore, sono stati bucati i muri e smontati i termosifoni della casa. Dietro un termosifone è stata trovata una cassaforte murata con 150mila euro in contanti, sequestrati, nonché oro e gioielli per un valore di 950mila euro circa. Sequestrati anche alcuni altri immobili in Lombardia e in Emilia.

L'operazione, ovviamente, ha riaperto la discussione su via Bonfadini e sui campi nomadi in generale. Per la Lega Lombarda, con Paolo Grimoldi, la soluzione è «lo sgombero immediato di tutti campi». «Un definitivo programma di sgomberi e di ripristino della legalità» è ciò che chiede anche Fdi con Franco Lucente.

E Stefano Maullu di Forza Italia spiega che «per la sicurezza di Milano serve una vera e propria rivoluzione, bisogna iniziare dai campi rom, da chiudere immediatamente, e dalle periferie di cui aveva parlato Sala in campagna elettorale».

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